Oriente Occidente Dance Festival: giovedì 3 e venerdì 4 la prima di "Centaur" allo Zandonai

Un'intelligenza artificiale, chiamata David, programmata per lo spettacolo, a cui sono state fornite informazioni sulle tragedie greche esistenti, sulla composizione musicale di Schubert, sui movimenti planetari e sugli stormi di uccelli nonché i dati raccolti in nove mesi di prova dei ballerini. E’ lei insieme ai danzatori la protagonista di “Centaur” l'evento che viene presentato in prima assoluta questa sera alle 20.30, e in replica domani, al Teatro Zandonai di Rovereto come apertura di Oriente Occidente Dance Festival. “Centaur”, che nasce come coproduzione del Festival, ha origine dalla creatività di Pontus Lidberg coreografo, danzatore e videomaker svedese. Lidberg, che qui ci racconta anche la genesi di "Centaur", gioca da sempre nelle sue composizioni tra realismo e astrazione e ha prestato negli anni la sua arte a importanti compagnie internazionali tra Europa e America mettendo sempre in evidenza la sua passione per la tecnologia su cui riflette da sempre in relazione all’umano,

Pontus Lidberg, da quale idea è nato "Centaur"?

<”Centaur” è un'opera che si interroga su cosa significhi interagire con algoritmi umanizzati - simili a quelli già esistenti nei nostri telefoni come Siri o Alexa - sia dal punto di vista artistico che, soprattutto, come esseri umani>.

E come ha preso forma lo spettacolo?

<Ho fatto una residenza al Center for Ballet and Arts della New York University l'anno scorso, nell’ambito della quale ho svolto una serie di ricerche e sviluppato il progetto con il mio drammaturgo Adrian Guo-Silver. Poi Cecilie Waagner-Falkenstrøm insieme al suo team di programmatori hanno creato l'AI (gli algoritmi e i processi di machine learning). Il compositore giapponese Ryoji Ikeda ha invece creato un modo per visualizzare gran parte dei dati (che a sua volta, è un mezzo per l'IA di comunicare con i danzatori e con il pubblico), oltre a comporre la musica originale per l'opera. Infine, nell'ultimo anno, ho dato una forma compiuta al  il contenuto coreografico insieme ai danzatori>.

 

In che modo l'intelligenza artificiale "David" si manifesta sul palco? 

<"David" appare solo come voce, come l’Hal di Kubrick “in 2001: Odissea nello spazio” per fare un esempio, La robotica è un campo di ricerca separato e diverso che naturalmente potrebbe essere combinato con l'IA. Ma ho trovato interessante che i danzatori in un certo senso rappresentino l'esatto opposto di un'Intelligenza Artificiale: un'IA esiste solo come algoritmo in un computer, non come corpo. Mentre i ballerini protagonisti dello spettacolo sono corpi e la danza è una forma d'arte “incarnata” e corporea. I danzatori sono esseri animali, biologici e culturali>.

Qual è stata la difficoltà maggiore nel far interagire i ballerini con David?

< In realtà non è stato così difficile, però certo trovare un buon equilibrio ha richiesto molto tempo e tante, tantissime, prove. I dati che David ha ricevuto di fatto saranno istruzioni che potrà scegliere e dispensare nel corso dello spettacolo sotto forma di discorso o testo proiettato sullo schermo. Il suo ‘pensiero’, dunque, diventerà materia per i danzatori>.

Cosa rappresenta il titolo "Centaur"?

<Nel contesto dell'Intelligenza Artificiale (IA), un "centauro" è la combinazione di intelligenza umana e artificiale. Il mio lavoro è stato creato e viene eseguito sia dall'uomo che dall'IA. Come tale, è una sorta di centauro, una creazione ibrida. Ma il lavoro riflette su cosa significhi relazionarsi con la tecnologia umanizzata nella vita contemporanea e su come questa interazione ci cambia>. Cosa la affascina di più del rapporto tra uomo e macchina d cosa pensa accadrà in futuro nel campo della danza su questo tema? <<Ritengo che il tema dell'interazione con la tecnologia sia diventato ancora più rilevante in tempi di distanza fisica e di perdita/limite del "reale" contatto umano>.

Il suo spettacolo aprirà un'edizione speciale di Oriente Occidente: quali difficoltà ha avuto con la sua compagnia durante il periodo più buio dell'emergenza Covid-19?

<Le arti dello spettacolo sono state tra le più colpite in tutto il mondo nei vari momenti del lockdown. Anche noi dipendiamo da forti reti internazionali e dall'interazione con il pubblico. La maggior parte di noi purtroppo è stato costretto a fermarsi completamente. È davvero un onore quindi molto emozionante e speciale per noi poterci esibire quest’anno in un contesto così importante come Oriente Occidente Dance Festival>.

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