Il Campiello a Rapino ha battutto Guccini e le grandi case editrici
Tra Forrest Gump e Don Chisciotte, il folle Liborio Bonfiglio di Remo Rapino ha conquistato tutti, dal pubblico alla critica. Ha vinto a sorpresa la 58ª edizione del Premio Campiello con 92 voti su 264 espressi dalla Giuria dei Lettori Anonimi, mettendo in fila Sandro Frizziero, Ade Zeno e soprattutto Francesco Guccini. «Il periodo che stiamo vivendo chiede di recuperare valori come la fratellanza, la solidarietà, l’accettazione dell’altro, del diverso e Liborio Bonfiglio rappresenta tutto questo. La sua è una follia di cuore e sentimenti, allontana la paura. Come i folli shakespeariani, non è una follia criminale. La sua è una vita diversamente vissuta, una neo diversità che va ascoltata» dice Rapino il giorno dopo la vittoria.
In partenza da Venezia, dove sul palco di Piazza San Marco ha ricevuto sabato notte il Premio Campiello, Rapino, 69 anni, che vive a Lanciano ed è nato in un paesino a pochi chilometri dalla città, con Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (minimum fax), suo secondo romanzo, ha dato vita a un personaggio immaginario, ma i fatti sono reali. E già si starebbe pensando a trarne un film.