"Human Rights", prorogata a Rovereto la mostra sulla parità di genere
È stata prorogata fino al 25 novembre la mostra Human Rights ospitata alla Campana dei Caduti di Rovereto .
Un'esposizione che si interroga su un tema di grande attualità: quello della parità di genere. Per l'occasione si sono mobilitati 141 artisti provenienti da 31 nazioni accogliendo così l'invito degli organizzatori a partecipare all'edizione 2020 della mostra ospitata presso la Campana dei Caduti di Rovereto su iniziativa della Fondazione stessa e con il patrocinio di Unric, Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, Iaa/Aiap Unesco, del Comune di Rovereto e della Provincia di Trento.
La call lanciata nei mesi scorsi, nonostante l'emergenza Coronavirus, è stata accolta con favore dagli artisti che hanno partecipato all'evento quest'anno dedicato alla parità di genere. «La forma del futuro: le donne possono salvare il mondo» è lo slogan scelto dagli organizzatori.
Nell'obiettivo Agenda 2030 l'Onu pone l'attenzione sul diritto fondamentale della parità di genere, e specifica: «Mentre il mondo ha fatto progressi nella parità di genere e nell'emancipazione delle donne attraverso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (tra cui la parità di accesso all'istruzione primaria per ragazzi e ragazze), donne e ragazze continuano a subire discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo. La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero e in pace. Garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all'istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come la rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui potrà beneficiare l'umanità intera. Basta cercare dati statistici per notare, ancora una volta, quanto lontana sia ancora la parità di genere tra uomini e donne.
Action Aid evidenzia che, nonostante sia un fenomeno che ha registrato una notevole diminuzione dalla metà degli anni Novanta, ogni anno nella sola Africa ci sono tre milioni di donne e di bambine a rischio Fgm (female genital mutilation, ovvero mutilazioni genitali femminili).
Sempre Action Aid sottolinea: nel 30% dei casi a livello globale, le donne subiscono violenza dal proprio partner all'interno delle mura domestiche. L'Africa subsahariana e il Sud-est asiatico sono le zone del mondo maggiormente colpite dal problema. Nel mondo le donne guadagnano in media il 23% in meno degli uomini. Lo affermano le Nazioni Unite, secondo cui il fenomeno - noto come il gender pay gap - è «il più grande furto della storia». Secondo i dati raccolti dall'organizzazione, non vi sono distinzioni di aree, comparti, età o qualifiche. «Non esiste un solo paese, né un solo settore in cui le donne abbiano gli stessi stipendi degli uomini». Le donne dedicano in media tre ore in più al giorno rispetto agli uomini in faccende domestiche e nella cura della famiglia nei paesi in via di sviluppo, due ore in più al giorno rispetto agli uomini nei paesi sviluppati. La vulnerabilità economica delle donne è ancora più visibile tra le madri sole con figli. Le famiglie monoparentali sono sempre più diffuse, sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati. Madri sole con bambini costituiscono circa il 75 % di tutte le famiglie monoparentali e soffrono tassi di povertà più elevati rispetto ai padri single. Le donne sono in gran parte escluse dai rami esecutivi di governo e raramente sono leader dei maggiori partiti politici. Non va meglio in altri settori, dove la rappresentanza femminile tra i manager aziendali, i legislatori e gli alti funzionari rimane bassa, con nessun paese che raggiunge o supera la parità e solo circa la metà dei paesi con il 30% o più.