Concluso Religion Today ecco tutti i premi del filmfestival a tema
Il mediometraggio Order and Soul della polacca Zsuzsanna Bak ha conquistato il Gran Premio Nello spirito della fede» assegnato dalla Giuria internazionale del Festival Religion Today di Trento..
Il film ricostruisce la vicenda delle suore di Regina Mundi che, durante il regime comunista, riuscirono a divenire una potente organizzazione di resistenza e di autodifesa, mentre sono state attribuite tre menzioni speciali: al lungometraggio italiano Il sistema Sanità-Le pietre scartate di Andrea De Rosa e Mario Pistolese (che offre un acuto spaccato delle condizioni di vita nel celebre popolare rione napoletano della Sanità nel cuore della città divenuto una sorta di ghetto per la presenza di un elevato numero di disoccupati e per l’influenza della malavita e delle faide tra gruppi camorristi); al corto Re/entry dell’olandese Ben Brand (un uomo muore e inizia una sua paradossale conversazione con Dio) e al mediometraggio The Wind dell’iraniano Hamid Jafari (che documenta l’importanza dello Zar, un tipo di musica terapeutica etnica nel sud dell’Iran), che ha ricevuta una menzione anche come documentario.
Il premio per il miglior documentario è andato al lungometraggio di Maria Luisa Forenza Mother Fotress, che esplora la condizione degli esseri umani in tempo di guerra, «un viaggio materiale e spirituale, una storia d’amore con destinazione finale dove il senso del racconto si rivela».
Come miglior film a soggetto la giuria ha indicato l’intenso lungometraggio Castle of Dreams dell’iraniano Reza Mirkarimi, storia di un uomo che è costretto a riprendersi cura dei figli bambini a causa della morte della moglie che aveva abbandonato. Inizialmente lo fa controvoglia soprattutto per non deludere le attese della gente. Attanagliato dai sensi di colpa, dopo una sorta di battaglia interiore combattuta stando con i figli comprende con chiarezza che non può abbandonarli e che il suo futuro è vivere insieme a loro.
Menzione speciale al lungometraggio israeliano The Unorthodox di Eliran Malka che affronta con i toni della commedia e del paradosso il tema serissimo dello scontro fa ultraortodossi azkenaziti e sefarditi nella Israele di qualche anno fa.
Un premio come miglior cortometraggio a Kusebek del cinese Guo Zhongyuan, poetica storia di una donna anziana che non vuole vendere il falco del marito per pagare le spese sanitarie; quando il marito muore, lei decide di lasciare libero il falco perché incontri nel cielo la sua anima.
Infine, il premio per il miglior corto documentario è andato all’iraniano Ojagh di Ali Bolandnazar che descrive i rituali della tribù Qashqai riguardo al fuoco, con in aggiunta una menzione a My Kingdom (sul tema del lutto) del Guillaume Gouix e a Re\entry dell’olandese Ben Brand.
Fra i numerosi premi delle diverse “giurie speciali” vorremmo segnalare quelli assegnati a due lavori che abbiamo particolarmente apprezzato. Quello della Giuria Forum trentino per la pace e i diritti umani al corto November 1st. dell’inglese Charlie Manton (su una donna che da decenni attende con crescente odio l’esecuzione capitale del presunto assassino del figlio). E il SIGNIs assegnato allo splendido lungometraggio a soggetto Samsara del sudcoreano Moon Jeong Yun, una riflessione sofisticata e incisiva sul buddismo oggi.