I preziosi bronzetti dei Madruzzo, ritrovati in un mercatino milanese, tornano al Buonconsiglio, e in una mostra virtuale
Disperse sul mercato antiquario agli inizi del Novecento, due magnifiche sculture seicentesche che rappresentano gli apostoli Filippo e Pietro e che sono appartenute al principe vescovo, sono ritornate nelle collezioni museali del Castello del Buonconsiglio.
In attesa della riapertura ufficiale del museo potrete conoscere l’affascinante storia del ritrovamento di queste due sculture attraverso brevi video e approfondimenti sui canali social del Castello del Buonconsiglio. La mostra si intitola «Gli apostoli ritrovati. Capolavori dell’antica residenza dei Principi vescovi» ed è curata da Giuseppe Sava, che fino al 5 aprile 2021 sarà protagonista nella sala del Torrion da Basso al Castello del Buonconsiglio.
La rassegna, organizzata dal museo con la Soprintendenza, racconta soprattutto l’affascinante storia di un fortunato ritrovamento di queste due magnifiche sculture seicentesche in bronzo dorato molto probabilmente commissionate dal principe vescovo di allora, probabilmente Carlo Gaudenzio Madruzzo, e fino al 1803 conservate nella dimora del principe vescovo al Castello del Buonconsiglio e che sarebbero opera di Nicolò Roccatagliata, scultore all’epoca ingaggiato da Madruzzo.
Due bronzetti che sono stati ritrovati proprio dal curatore, Sava, che casualmente le ha riconosciute in un mercato antiquario milanese. E le ha fatte tornare a casa, al Buonconsiglio, con grande soddisfazione di tutti, a cominciare dalla direttrice del Castello, Laura Dal Prà.
Nel 1875, in occasione di un’importante mostra tenutasi a Trento, intitolata «Catalogo degli oggetti presentati all’Esposizione regionale d’Agricoltura e delle Industrie», furono esposte otto statuette in bronzo dorato provenienti dalla collezione di Villa Consolati, una delle più significative raccolte d’arte della provincia dove erano confluiti, dopo le spoliazioni ottocentesche, alcuni dei pezzi più importanti della storia dell’arte in Trentino un tempo custoditi nella residenza del principe vescovo.
Grazie alla disponibilità della famiglia, il soprintendente Giuseppe Gerola nei primi anni del Novecento riuscì a recuperarne una buona parte e permetterne la ricollocazione presso il Castello del Buonconsiglio. Tra le opere recuperate figura anche un notevolissimo stipo in commesso di pietre dure, un mobile pregiatissimo, immortalato in un dipinto degli inizi del Novecento da Annunziata Consolati dove figurano alcune statuette in bronzo dorato. Una coeva testimonianza fotografica, di proprietà dell’Archivio fotografico del museo, mostra le stesse statuette poste su basi a rocchetto presumibilmente in legno ebanizzato.
Ma qui si interrompe la storia, perché si persero le loro tracce. Tuttavia ecco la scoperta, che ha quasi un sapore avventuroso. Recentemente sul mercato antiquario milanese sono apparse due di queste statuette, arrivate lì chissa come, riconosciute in occasione di un fortunato e casuale sopralluogo da Giuseppe Sava, che è un affermato storico dell’arte trentino. L’identificazione è incontrovertibile – si tratta degli apostoli san Pietro e san Filippo riconoscibili alle due estremità da una foto storica che si trova nell’archivio fotografico del museo - e ci permette quindi di recuperare due elementi di una prestigiosa serie sino ad oggi data per dispersa.
Il catalogo della fortunata serie “Cammei” vedrà tra gli altri anche l’intervento di carattere prettamente storico artistico di Giuseppe Sava volto a individuare e confermare nel nome di Nicolò Roccatagliata il valente artista autore dei bronzi, che operò per il principe vescovo Madruzzo nei primi anni del Seicento. Il confronto in mostra con alcune opere dell’artista, a partire da una bella croce processionale pressoché inedita conservata in Trentino e commissionata all’artista dalla comunità di Nago, valorizzerà nel modo migliore l’acquisizione dei bronzetti al patrimonio museale. Purtroppo, a causa della chiusura momentanea del museo la mostra sarà virtualmente visibile grazie a video fatti dai curatori museali sotto la regia di Alessandro Ferrini visibili sui canali social del museo.