Arisa ha scelto la strada della felicità
ROMA - «Io mi rispecchio profondamente nel testo di questa nuova canzone che mi commuove. Penso che gli amori "tossici" siano capitati anche più volte ad ognuno di noi e probabilmente li cercheremo per tutta la vita: ciò che non ti uccide ti fortificata, forse», dice con pudore Arisa (nella foto), pseudonimo di Rosalba Pippa, in gara al Festival prossimo venturo con Potevi fare di più, scritto su di lei da Gigi D'Alessio. È una nuova Arisa quella che vedremo a Sanremo, su Rai1 dal 2 al 6 marzo, un'interprete dalla voce che incanta. Ma anche una donna dai tanti talenti: attrice, doppiatrice, conduttrice tv e ora anche insegnante nel talent di Maria De Filippi «Amici».
Al teatro Ariston, non c'è dubbio, si trova nel suo habitat: due volte prima (tra i giovani nel 2009 con «Sincerità», nel 2014 tra i Campioni con «Controvento», una volta seconda nel 2012 - ma è stata la vincitrice morale - con «La notte») e nel 2015 esilarante presentatrice al fianco di Carlo Conti.Arisa, il testo del suo brano è di rinascita, di presa di coscienza di sé: ritiene che abbia più valore in un periodo come questo dove il senso di isolamento è preponderante?«Credo che avrà un impatto emotivo maggiore perché la pandemia ha messo a dura prova le convivenze. Alcune coppie si sono dovute confrontare sul serio, spesso si vive insieme ma non ci si conosce fino in fondo. E ritengo che molte coppie siano scoppiate (ride...) durante il lockdown. Sarà una canzone molto compresa». Lei, come i talenti americani, si muove su più fronti: tornerà a recitare a condurre in televisione?
«Sono una persona a cui piace sperimentare, sono curiosa, do dignità ai miei sentimenti. Per ora mi sto dedicando ad "Amici" (il sabato su Canale 5 alle 14.10, ndr) e sono contenta di vivere questa passione, di stare con i ragazzi ed essere accanto a Maria De Filippi».Si parla della solitudine dell'artista: si è mai sentita sola? «Ho passato tanto tempo anche da sola. A me piace. Quei periodi di solitudine mi hanno fatto vedere le cose con distacco e ho imparato a volermi bene. Credo che si debba amare ora, con tutto se stessi, per non avere rimorsi. Il rimorso è la cosa più brutta da provare. Con l'aiuto della psicoterapia mi sono conosciuta meglio e conoscere se stessi è la chiave per essere felici. Ho compreso i miei limiti. In passato ne ero ossessionata, ora li accetto».Questa "ossessione" quando è iniziata?«Nel 2010. Oggi, per esempio, ho finalmente fatto pace anche con il mio aspetto fisico: sono come sono e mi va bene così. Anche i miei diversi look fanno parte di me e ora sul lavoro sono padrona di me stessa, posso decidere cosa fare o non fare, cosa cantare o non cantare».L'ambiente discografico nei confronti delle donne è molto esigente? C'è una disparità tra uomo e donna..
«Essere donne è sempre difficile: noi ci complichiamo la vita. Ai vertici della discografia ci sono tanti uomini ed è tortuoso uscirne fuori, soprattutto, quando ti fanno notare che gli anni passano. Ma, per fortuna, possiamo sviluppare con consapevolezza l'amore per come siamo dentro trovando degli escamotage per venirne fuori, senza mai fare del male agli altri e a noi stessi. Credo nel potere delle donne che viene dato da quell'istinto materno di bontà, anche non avendo figli, insito in noi che alla fine ci salva». Cosa si aspetta da questa nuova partecipazione a Sanremo?«Alla vittoria non ci penso. Il mio obiettivo è che la canzone piaccia al pubblico. Sarà un Festival diverso e noi come cantanti siamo dei privilegiati. Invece, il mio pensiero va alle persone che tutte le mattine si svegliano presto per andare a lavorare facendo tanti sacrifici, spero che Sanremo sia un'occasione per ripartire tutti con forza».