Maurizio Cattelan è tornato: una grande mostra e tre nuove opere all’Hangar Bicocca di Milano
«Breath Ghosts Blind» è una narrazione in tre atti, tre opere molto diverse ma potenti, negli spazi enormi ed oscuri dell’ex officina
MILANO. Tre opere per disegnare il ciclo della vita secondo la visione di Maurizio Cattelan. La prima «Breath», è la scultura, per terra nel grande spazio vuoto, in marmo bianco di Carrara di una donna sdraiata in posizione fetale accanto ad un cane con cui sembra condividere respiro e intimità.
Poi «Ghosts», centinaia di piccioni in tassidermia che sbucano inquietanti da un'architettura di ex edificio industriale, quasi ad occupare spazi lasciati vuoti dagli umani.
E infine «Blind», alta struttura in resina nera composta da un monolite e dalla sagoma di un aereo che lo interseca, come un memoriale della morte e del senso di perdita collettivo, ispirato dal dramma che ha aperto il XXI secolo, l'attacco alle Torri Gemelle.
Sono le tre opere che compongono e danno il titolo alla nuova mostra dell'artista sessantenne, «Breath Ghosts Blind», allestita al Pirelli HangarBicocca, a 10 anni dalla sua ultima personale. Un progetto concepito come una narrazione, una drammaturgia in tre atti, o un film che ha trovato negli spazi monumentali, immensi, scuri, dell'Hangar Bicocca e le sue Piazza, Navata e Cubo, la scenografia ideale.
"Tutte le mostre che facciamo qua sono uniche e irripetibili perchè concepite per lo spazio, sono una simbiosi dove ogni volta l'arte cambia la natura dello spazio - ha detto Vicente Todolì, direttore artistico di Pirelli HangarBicocca.
Inedite due delle tre opere, 'Breath' e 'Blind' , mentre 'Ghosts' è la riconfigurazione dello storico intervento con i piccioni per la Biennale di Venezia del 1997. "E' una mostra ambiziosa, su cui lavoriamo da anni, mette insieme i grandi temi ma anche le ossessioni che hanno accompagnato la carriera trentennale di Cattelan - ha detto la curatrice Roberta Tenconi - Si apre con l'uomo rannicchiato e il suo cane, da una parte potrebbe rappresentare il momento generativo, la natività, ma c'e' anche il senso di solitudine, del disagio, potrebbe essere anche l'artista, o chiunque di noi".
Se 'Breath' spicca subito con il suo biancore all'entrata della mostra, occorre aguzzare la vista prima di scorgere lungo tutta la parete della Navata dall'alto in basso centinaia di piccioni in tassidermia. "Sembra che abbiano colonizzato l'edificio, possono essere gli abitanti del luogo, ma anche dei fantasmi - ha spiegato Tenconi - Il piccione ha una simbologia ricchissima, come tutti i lavori di Cattelan che mette insieme più piani, è considerato un simbolo religioso, ad esempio la colomba della pace, ma è anche un uccello ritenuto fastidioso che infesta le piazze, qui ci accompagnano ci scrutano, forse ci invitano a guardare in luoghi dove solitamente non guardiamo, ma non sappiamo se sono amici o nemici".
Poi l'ultimo ambiente Il Cubo con 'Blind' 'un'immagine molto potente, un'opera silenziosa un monumento al dolore'. 'Non cristallizza nessun significato, non c'è alcuna ideologia, ma invita al rispetto e al silenzio - ha aggiunto Tenconi - Parte ovviamente da un evento drammatico, l'11 settembre di 20 anni fa, che Maurizio visse in prima persona, era a New York e si stava imbarcando su un aereo che venne cancellato e tornando a casa a piedi vide tutte quelle scene apocalittiche". Assente Cattelan che ha lasciato comunque qualche riflessione. "I temi si intrecciano con l'ambizione di ogni artista di divenire immortale attraverso il proprio lavoro- ha scritto - e ogni artista deve confrontarsi con entrambi i lati della medaglia: un senso di onnipotenza e di fallimenti".
Ieri sera, al vernissage, tutta la Milano (e l’Italia) che conta nel mondo dell’arte contemporanea. A fianco di Cattelan il suo amico Fabio Cavallucci, ex direttore della Galleria Civica di Trento, che lo portò in città nel gennaio 2004 per una memorabile consegna della laurea honoris causa dell’Università.