Sabato gli Extraliscio a Sopramonte: il «punk da balera» che piace alla sorella di Sgarbi
Dal palcoscenico di Sanremo al sobborgo di Trento: «merendine blu» e Casadei, Marco Mariani ci racconta l’avventura di una band fuori dagli schemi
TRENTO, Galeotte furono le “Merendine blu” sgranocchiate insieme a Lodo Guenzi, dello Stato Sociale, e alla mitica Orietta Berti. Da quel momento gli Extraliscio non si sono davvero più fermati portando il loro trascinante “punk da balera” anche sul palco dell'ultimo Festival di Sanremo. Ora la formazione nata dall’incontro tra Mirco Mariani, Marco Ferrara e Moreno il Biondo, leggendario capo orchestra di Casadei anni ’90, sta affrontando un tour estivo che la porterà sabato 28 agosto al Parco di Sopramonte per la terza edizione del Monte Bondone Green Festival (ore 20.30 ingresso libero). Del momento magico degli Extraliscio finiti anche sul grande schermo grazie al docufilm girato da Elisabetta Sgarbi, abbiamo parlato con Mirco Mariani.
Mariani, che effetto vi fa essere diventati uno dei gruppi più celebrati della scena italiana degli ultimi anni?
"Viviamo questo momento con grande entusiasmo. Portare in giro la nostra musica da ballo romagnola, come faremo anche da voi, è già un mezzo miracolo, una scommessa già vinta. La musica romagnola ha sempre avuto un'aura – sorride Mariani (n.d.r.) – un tantino "sfigata" e noi proviamo ad esorcizzarla nei nostri concerti coinvolgiamo tre generazioni: nonni, genitori e nipoti".
Cosa c’è, per chi ancora non vi conoscesse, dietro la sigla “punk da balera”?
"C'è tutta la follia di un progetto come il nostro davvero improbabile. Negli Extraliscio mettiamo insieme mondi lontani come quelli di Moreno il Biondo e Mauro Ferrara, cresciuti a pane e ballo liscio, a musicisti come me di tutt'altra provenienza sonora. Da ragazzo non avrei mai pensato di suonate appunto a gente come Ferrara, considerato il Claudio Villa della Romagna, ed invece eccomi qua a vivere un'esperienza incredibile".
Il vostro obiettivo è quello di far ballare: quanto soffrite in questo momento?
"Tantissimo. Il cuore della nostra musica è il ballo e l'allegria che ne consegue. Abbiamo sempre paura di essere "fuorilegge" perchè la gente non riesce a non muoversi con noi. Ora purtroppo si balla quasi da seduti: questo ci colpisce, ci fa soffrire, ma in questo frangente è già bellissimo così".
Una curiosità: come mai lei indossa sempre degli occhiali scuri durante i concerti?
"Sono, e lo svelo per la prima volta, l'omaggio ad un caro amico che suonava con me in una punk rock band. Un ragazzo dai capelli blu che mentre portava i volantini di un nostro concerto ha avuto un terribile incidente. Lui indossava sempre gli occhiali da saldatore e io lo voglio sempre ricordare così".
Come sono andate le cose a Sanremo con con il brano "Bianca luce nera"?
"Che il liscio, anzi l'extraliscio, finisse sul palco dell'Ariston era GIà quasi un miracolo. Noi questa esperienza ce l'abbiamo voluta godere quasi fosse una festa di piazza senza alcuna tensione. Non abbiamo mai pensato alla gara e questa è la cosa più bella che mi porterò sempre dentro. Grazie a Sanremo poi abbiamo ricevuto la spinta per questo importante tour estivo di oltre trenta date".
Dopo il Festival addirittura un doppio album: “È bello perdersi” e “Si ballerà finché entra la luce dell’alba”. "Io con la musica sono un tantino logorroico: arrivo a comporre nel mio studio anche una canzone al giorno. Avevo quindi un sacco di pezzi da parte e in aggiunta Pupi Avati mi ha chiesto di scrivere alcuni brani per il suo ultimo film. Inevitabile un doppio disco e magari ci sarebbe stato materiale per un triplo".
A farvi conoscere, lo scorso anno, anche un singolone come “Merendine Blu” con Lodo Guenzi, dello Stato Sociale, e Orietta Berti.
"L'ispirazione si lega alle musiche di un vecchio brano popolare dell'est europeo, "Haragszik az Édesanyám", che avevo ascoltato su una televisione ungherese. Li era cantata da alcuni tenori ed io ho voluto proporre questa melodia con un testo in italiano scritto insieme a Pacifico".
Dietro di voi c’è la longa manus di Elisabetta Sgarbi con la sua Betty Wrong Edizioni Musicali.
"Elisabetta Sgarbi è il miracolo che ti capita una sola volta nella vita e se è capitato a un progetto come noi vuol dire che è ancora più grande. Lei è rimasta in qualche modo affascinata dalla nostra proposta e ci ha aiutati a dare il nostro contributo. Credo abbiamo apprezzato il nostro essere unisci e decisamente fuori moda".
Siete diventati anche soggetti da cinema con il suo documentario "Extraliscio – Punk da balera" presentato lo scorso anno a Venezia.
"Questo docufilm racconta il liscio ed una parte importante della musica italiana. Una parte legata a quelle balere che negli ultimi due anni stanno soffrendo tantissimo. Grazie anche a questa pellicola si è riaccesa la scintilla del licio molti musicisti che non avrebbero più suonato hanno resistito. Quest'anno torniamo ancora a Venezia sempre con una pellicola, "La nave sul monte", firmata sempre da Elisabetta Sgarbi".
Una promessa per chi verrà a vedervi sul Bondone?
"Che torneranno tutti a casa felici sull'onda dell'allegria e della spensieratezza del liscio che noi amiamo condire con un pizzico di sana follia ed improvvisazione".