Poplar, giorno 2: un successo. I Dov'è Liana: "Trento? Un bel posto dove fare l'amore"
La line up del secondo giorno – il Day 2, venerdì 15 settembre – ha portato al Doss un’atmosfera totalmente diversa, più romantica, con un pizzico di malinconia, allontanata poi completamente dai suoni dell’elettronica. E il meglio deve ancora arrivare
POPLAR Le immagini di venerdì
TRENTO. Dopo la prima serata, dedicata al mondo dell’hip hop, il Poplar è entrato nel clou, con alcuni degli artisti più attesi. La line up del secondo giorno – il Day 2, venerdì 15 settembre – ha portato al Doss un’atmosfera totalmente diversa, più romantica, con un pizzico di malinconia, allontanata poi completamente dai suoni dell’elettronica. Il via l’ha dato Iako, talento scoperto durante X Factor 2022, che ha cominciato a scaldare il palco per il Mago del Gelato, collettivo musicale – composto da quattro artisti – che dopo l’esibizione si sono guadagnati un posto di diritto nella categoria “piacevoli sorprese” del Poplar, nomi un po’ underdog, ma che da qui a qualche tempo finiranno per brillare, coe già capitato con tanti altri. Colombre ha poi creato la, già citata, atmosfera romantica, che aggiunta alla comparsa di Maria Antonietta ha alzato l’asticella della serata, con il parco già pieno di gente in attesa di una delle esibizioni più attese: quella di Venerus.
L’ambiente generato dal live di Venerus non è facile da descrivere, non sono mancati applausi, baci, lacrime, insomma: un turbinio di emozioni. Il salto dalla Magica Musica a Mezerg è incredibile, proprio come lo stesso “one-man-band”.
Prima del suo live abbiamo avuto modo di scambiare due parole con l’artista francese, reduce da un tour europeo. «Amo la vista dal parco, puoi vedere la città, tutti gli edifici, le “good vibes” sono forti», dice lui del Doss. «Sono arrivato con la crew e sono rimasto impressionato: è stato un momento “wow”». Sul palco è salito, chiaramente da solo, con il suo synth. Per tanti potrebbe sembrare folle ma lui è sicuro. Quando gli abbiamo chiesto che sensazione sia essere lì da solo, la risposta rappresenta alla perfezione il suo personaggio: «Mi piace improvvisare, è libertà. Se voglio suonare lo faccio, amo il rischio. Non so quello che suonerò, un po’ come saltare da un aereo con un paracadute senza sapere se funzionerà o meno». Dall’aereo ci è saltato e con lui l’intero Doss: è stato un picco altissimo.
L’umore della folla è stato mantenuto altissimo con il cambio palco di una delle sorprese del festival, Pop X: imprescindibile in una serata del genere, così come brani colonna sonora della vita universitaria, trentina e non, come Secchio o Cattolica.
Il gran finale è stato lasciato a un gruppo tanto particolare quanto godibile in live, i Dov’è Liana. Il gruppo è francese ma sono rimasti stregati dall’Italia, a partire da Palermo, dove hanno incrociato proprio quella Liana che stanno ancora cercando, un colpo di fulmine durante una serata e mai più rivista. Anche loro, come Mezerg, sono soddisfatti dello scenario in cui si è svolto il Festival che – in un misto tra italiano, francese e inglese – hanno descritto come «Incredible, super cute». «L’energia è super, è veramente bello, il luogo, gli alberi, il palco: la città non l’abbiamo ancora vista ma ci piacerebbe visitare Trento». È proprio a Trento che andrà dedicato un singolo, dicono: «”Perché ridi Trento“, scriveremo sicuramente qualcosa».
Ma la ricerca per Liana proseguirà anche dopo Trento – descritta anche, nel loro iconico italiano, come un «Good place per fare l’amore. Perché Liana non l’abbiamo ancora trovata, facciamo musica per trovarla, aspettiamo un messaggio da lei».