Hamid Drake, un percorso nel mondo di Alice Coltrane: "Un faro nella mia vita spirituale e musicale"
Il batterista afroamericano si racconta all'Adige e spiega l'omaggio in scena sabato 18 maggio all'auditorium Melotti di Rovereto nell'ambito della rassegna Spaceways. "Lei ha studiato con grandi maestri che le hanno trasmesso l’autorità per insegnare e guidare le anime sul sentiero della luce"
ROVERETO. C’è un vero e proprio fuoriclasse della batteria e delle percussioni come Hamid Drake a segnare la seconda giornata di Spaceways a Rovereto. Hamid Drake proporrà, stasera alle 21.30 al Melotti il live “Turiya: Honoring Alice Coltrane” in cui rende omaggio a un riferimento imprescindibile per la musica afroamericana di oggi, l’arpista, pianista e compositrice Alice Coltrane, scomparsa nel 200y e moglie del leggendario sassofonista John. Alla testa di un gruppo di stelle della scena contemporanea tra Usa e Europa, Drake, che abbiamo intervistato, promette un rituale di ipnotica spiritualità.
Hamid Drake, come mai un tributo ad Alice Coltrane?
“Il motivo principale che mi ha portato a omaggiarla è il grande impatto che ha avuto sulla mia vita spirituale e musicale e che è continuato nel corso degli anni. L’impatto più forte è stata la determinazione che mi ha dato nel cercare e seguire il mio percorso e sviluppare la mia voce musicalmente e spiritualmente”.
Qual era la peculiarità di questa pianista e organista?
“Credo che gran parte della grandezza di Alice, oltre al suo completo sviluppo come musicista, sia stata la dedizione alla sua crescita spirituale e alla crescita dei suoi figli (dopo la scomparsa di John Coltrane) come madre single. È importante sapere che è stata una pioniera sia dal punto di vista musicale che spirituale. La sua umanità è eloquente, la dice lunga sul suo conto”.
Oltre la musica Alice Coltrane ha assunto il ruolo di guida spirituale con il nome di Swamini Turiya Aparna Sangitananda.
“Lei è stata una guida spirituale molto importante per tante persone. Probabilmente è stata la prima donna Swami afroamericana. Ha studiato con grandi maestri che le hanno trasmesso l’autorità per insegnare e guidare le anime sul sentiero della luce. Ma forse il più grande insegnamento è venuto dal Divino stesso, lei si era "autorealizzata".
Lei l’ha conosciuta quando aveva 16 anni: cosa ricorda di quell’incontro?
“Il suo sguardo straordinario e penetrante, la sua gentilezza, la sua impeccabile capacità di far sì che la musica fluisse attraverso di lei. La sua sintonia interiore con i musicisti con cui suonava ovvero Charlie Hayden e Ben Riley”.
Che live sarà quello di stasera a Rovereto?
“Suoneremo alcune delle composizioni di Alice Coltrane segnate dalle nostre improvvisazioni, inclusi la danza e il parlato”.
Al suo fianco una band di musicisti internazionali.
“Sì, esatto è davvero un gruppo che non ha confini formato da Jan Bang dalla Norvegia, Jamie Saft e Brad Jones dagli Stati Uniti, Pasquale Mira dall’Italia, Sheila Maurice Gray dall’Inghilterra e Ndoho Ange dalla Francia/Caraibi”.
Un’ultima questione: fra pochi mesi si vota negli Stati Uniti che speranze ha?
“Wow, questa sì che è una bella domanda. Sono un po’ preoccupato per il possibile ritorno di Tramp, non solo per gli Stati Uniti ma per il mondo intero. Il suo è un tipo di pensiero e di persuasione che ci mantiene tutti in un sorta di schiavitù mentale e ci toglie la visione d’insieme. È una tattica cosciente di separazione e non di unità. È un virus mondiale. E la cosa triste è che la maggior parte di noi sembra proprio non capirlo”.