Accoglienza / Il caso

La corsa per garantire un tetto a una famiglia di profughi cattolici fuggiti dal Pakistan

Cercano protezione internazionale a Trento ma nel capoluogo i servizi hanno spiegato di essere in emergenza e di non avere più soluzioni per l'alloggio: papà Daniel, insegnante, mamma Aliya, infermiera, e i tre figli minori ieri sono stati poi ricevuti dall'assessore provinciale Tonina e oggi, 4 febbraio, piazza Dante ha annunciato di aver trovato una soluzione

TRENTO Emergenza famiglie senza casa: «Servizi sociali del Comune allo stremo»
ROVERETO Aiutata la famiglia che di giorno viveva in macchina con tre bambini

EMERGENZA Richiedenti asilo a rischio casa in Trentino
LA PROF Dal Pakistan a Trento: «I miei figli devono poter studiare qui»
RACCONTO «Fuggita da un marito violento, cerco una casa per me e i bimbi»

TRENTO - Da alcuni giorni in Trentino per chiedere protezione internazionale, rischiano di restare senza un tetto, lasciati allo sbaraglio. È la vicenda della famiglia Daniel, composta da papà Daniel, insegnante, da mamma Aliya, infermiera caposala, e da tre figli minori, di 14, 11 e 7 anni, di origini pakistane e di religione cattolica.

«Siamo arrivati a Trento il 29 gennaio, - ha riferito Daniel Daniel (per tradizione il cognome coincide con il nome del padre) -. Siamo giunti a Milano in aereo per sfuggire alle persecuzioni condotte in Pakistan contro la nostra fede. Una volta a Milano, ci hanno consigliato di rivolgerci al Cinformi e di venire a Trento perché è una città molto cattolica».

Ma poi, arrivati nella "città del Concilio", la brutta sorpresa: la famiglia viene separata, mamma e figli vengono accolti in ostello, mentre il papà deve stare all'addiaccio.

E ora, terminati i cinque giorni di sostegno del Prins, il pronto intervento sociale che si attiva nelle situazioni di emergenza, la famiglia brancola nel buio. E la bambina, di sette anni, ha una brutta tosse. «Ha anche la febbre», riferisce il papà.

La famiglia ha indicato di essersi rivolta, nel corso della giornata di ieri, 3 febbraio, al servizio sociale del Comune di Trento con sede in via Bronzetti, riferendo di aver ricevuto in risposta la "proposta" di andarsene dalla città: «L'assistente sociale ci ha detto che avrebbero pagato una notte in più all'ostello per mia moglie e i bambini, ma che da domani (oggi 4 febbraio, ndr) ce ne dobbiamo andare altrove e che non possiamo restare».

La giornata di odissea si conclude al palazzo della Provincia, dove vengono ricevuti dall'assessore Mario Tonina. Quest'incontro è stato l'esito dell'intermediazione emergenziale del gruppo indipendente "Sportello Casa per Tutti", che ha accompagnato i Daniel.

«Hanno lasciato il Pakistan a inizio dicembre per venire in Italia, che considerano la "patria del cattolicesimo", - ha raccontato Chiara Aliberti, attivista di "Sportello Casa" -. Hanno espresso a Cinformi la richiesta di protezione internazionale e questo venerdì hanno appuntamento con la Questura per formalizzare. La famiglia riferisce che il Servizio sociale del Comune ha detto che qui non possono stare, di tornare indietro o andare in un altro paese o in un'altra città e che se non se ne fossero andati entro le 17 avrebbero chiamato la polizia. L'accordo è stato che avrebbero pagato un'ultima notte in ostello, ma che domattina se ne devono andare».

«Il fatto che il papà sia separato dalla famiglia deriva da una scelta politica che non condividiamo e contestiamo, - ha spiegato Tommaso Baldo, portavoce di "Sportello Casa" -. Ma ciò che è del tutto inaccettabile è l'atteggiamento dell'assistente sociale. Non può dire "ve ne dovete andare da qui", nonostante abbiano fatto la richiesta d'asilo a Trento e con il rischio di lasciare per strada dei minori».

Ora la famiglia è in attesa degli eventi: «L'assessore Tonina li ha ascoltati con empatia e ha riferito che gli uffici provinciali ci aggiorneranno in mattinata», riferisce Baldo. Ora, per la famiglia Daniel si apre una profonda incognita: «Non conosciamo nessuno e non sappiamo dove andare. Non ci sentiamo bene, siamo esausti». E in effetti, sui loro volti, si legge una profonda fatica e la desolazione per un viaggio che sembra non finire mai.

AGGIORNAMENTO

Oggi pomeriggio, 4 febbraio, si è appreso dalla Provincia che la famiglie pakistana e altri due nuclei stranieri con bambini saranno accolte sul territorio trentino, grazie alla rete dei servizi sociali.

«Ieri pomeriggio, appena siamo stati messi a conoscenza dei fatti, ci siamo attivati per trovare una soluzione adeguata alle famiglie straniere con minori che si trovano sul nostro territorio. Insieme ai servizi competenti abbiamo lavorato intensamente per individuare un luogo che garantisca protezione, proprio perché l'accoglienza e la tutela delle persone più vulnerabili restano una priorità. La nostra attenzione è costante ed elevata", spiega Tonina, interviene in merito alle notizie apparse oggi sui media locali, che riportavano un caso specifico.

«In realtà i casi sono tre: per tutte le famiglie che necessitano di un alloggio temporaneo è stata individuata una soluzione: due nuclei saranno infatti ospitati in una struttura a Cles, mentre il nucleo monogenitoriale con un minore sarà ospitato a Rovereto. Il trasferimento avverrà entro due giorni, nel frattempo, abbiamo autorizzato il Comune di Trento a prorogare l'accoglienza presso l'ostello», conclude l'assessore.

[Nella foto Ansa, l'assalto di una  folla armata di spranghe e bastoni a una chiesa nell'agosto 2023, nel quartiere cristiano a Jaranwala, nella diocesi di Faisalabad. I casi di attacchi a luoghi di culto cristiani sono stati numerosi. Il vescovo protestante Azad Marshall aveva riferito all'epoca che un edificio della sua chiesa era stato incendiato: «le Bibbie sono state profanate e i cristiani sono stati torturati e vessati, dopo essere stati falsamente accusati di violare il Sacro Corano. Chiediamo giustizia e azione da parte delle forze dell'ordine e di coloro che devono garantire giustizia e sicurezza a tutti i cittadini»]

comments powered by Disqus