Ianeselli: «Da aumentare l'indennità regionale»
Sono 3796 i lavoratori licenziati iscritti alle liste di mobilità, più di mille allo scorso anno. Oltre il 70% provengono da piccole aziende e ricevono un'indennità di 800 euro mensili. Ianeselli: «I soldi stanziati dal piano anti crisi per gli ammortizzatori sociali devono essere impiegati tutti»
TRENTO - «Considerato che il 71% dei 3.800 lavoratori in mobilità percepisce solo l'indennità regionale perché licenziati da piccole imprese, il primo intervento da attivare è un aumento dell'assegno oggi bloccato a 800 euro mensili. Con Cisl e Uil e con i sindacati dell'Alto Adige, abbiamo già formalmente chiesto alla giunta regionale di agganciare stabilmente l'indennità regionale ai livelli di quella nazionale fissati dall'Inps».
Di fronte ai dati diffusi dall'Agenzia del lavoro che certificano il costante aumento dei lavoratori iscritti in lista di mobilità in Trentino, Franco Ianeselli per la segreteria Cgil ribadisce l'urgenza di un ulteriore potenziamento degli ammortizzatori sociali, a partire da quelli già a disposizione dei lavoratori, come appunto la mobilità regionale. Al 5 maggio sono 3.796 i lavoratori licenziati iscritti alle liste di mobilità, più di mille allo scorso anno. Oltre 2.699 provengono da piccole aziende e ricevono un'indennità integrata dalla Regione che non può superare gli 800 euro mensili.
Ma per la Cgil bisogna proseguire nel confronto con la Provincia anche per perfezionare, estendere e rendere strutturali gli interventi di integrazione al reddito che, dentro la manovra anti crisi della Giunta provinciale, qualificano il sistema degli ammortizzatori sociali.
«Dei 22 milioni di euro stanziati per gli ammortizzatori sociali provinciali – continua Ianeselli – fino ad oggi ne sono stati effettivamente utilizzati solo una minima parte. Dobbiamo quindi verificare la possibilità di estendere la platea dei beneficiari, rideterminando i vincoli per l'accesso a queste forme di sostegno al reddito. Le risorse destinate dal piano anti crisi a questo scopo debbono essere impiegate tutte a favore dei lavoratori in difficoltà».