In Trentino Ipt bassa: boom di immatricolazioni
Se rimanessero tutte in Trentino, non ci sarebbe nemmeno lo spazio per muoversi: le immatricolazioni di nuove auto sono letteralmente scoppiate, raggiungendo in dicembre quota 5.770. «Merito» dell'imposta «Ipt», la più bassa d'Italia.
Se il mercato italiano dell'auto ristagna (a gennaio le nuove immatricolazioni sono state 137.119 , in calo del 17% rispetto al 2011 , dato mai così basso dai primi anni Ottanta), se i concessionari anche in provincia piangono o quasi, il parco dei veicoli immatricolati a Trento va, anzi romba in controtendenza. 5.770 nuove iscrizioni nel dicembre 2011 , il quintuplo del dicembre 2010 , 8 volte quelle di Bolzano che non ha ancora annusato il business che invece ha reso ricca l'autonomista Aosta, 8.838 prime iscrizioni a dicembre , quasi al livello di Milano («solo» 9.050 ).
No, non è un'improvvisa botta di ricchezza collettiva autonomistica. È esploso invece il mercato settoriale, ma ricco, delle flotte aziendali, del leasing e autonoleggio di lungo termine. E per fortuna l'ondata di auto è virtuale, perché i macchinoni andranno a rombare quasi tutti altrove, e non ci intaseranno le strade provinciali.
Il tutto grazie a una sigletta che assomiglia a quella del partito del presidente, ma è decisamente più trainante: si tratta dell' Ipt , Imposta provinciale di trascrizione, quella che si paga quando si vuole immatricolare una nuova auto. Grazie al governo Berlusconi , che a settembre l'ha aumentata drasticamente in tutta Italia tranne che nelle Regioni a statuto speciale, in Trentino si continua a pagare 151 euro (da sommare, per le prime iscrizioni, a 20,92 euro di emolumenti e 29,24 di bollo, per un totale di 201,16 euro, più eventuali costi d'agenzia) per ogni macchina di qualsiasi cilindrata inclusi Suv, Mercedes e Bmw , mentre nella confinante provincia di Verona (che ha aumentato ulteriormente la sua Ipt ) una Panda da 100 kw di potenza deve lasciare allo sportello 200 euro in più all'anno, addirittura.
Tecnicamente, la modifica della tariffa Ipt dovuta per gli atti soggetti ad Iva - introdotta dal decreto-legge 13 agosto 2011, n.138 , convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148 - non si applica all' Ipt di competenza della Provincia autonoma.
Il Trentino insomma si è trasformato in un paradiso fiscale, e i primi a capirlo sono stati quelli della multinazionale Arval , gruppo Bnp Paribas , la cui controllata Arval Service Lease con sede legale a Scandicci (Firenze) - che nel 2010 ha fatto la bellezza di 38mila immatricolazioni e ha un fatturato superiore al miliardo , con 850 dipendenti e 15 sedi in Italia - ha aperto una sede secondaria il 10 ottobre 2011 a Trento nord con un preposto, l'ad Paolo Ghinolfi , reggiano di 47 anni. Per approfittare della favorevolissima Ipt dellaiana.
Secondo il direttore dell' Aci Trento Alberto Ansaldi , se la Provincia di Trento avesse aumentato l' Ipt rendendola proporzionale alla potenza dei veicoli, come nelle altre regioni, il vantaggio fiscale per le casse pubbliche sarebbe stato di circa 4 milioni l'anno: lasciandola a 151 euro , si può calcolare che frutterà 10 volte tanto, perché oltre ai circa 10 milioni di incasso annuale da Ipt se si confermerà l'impressionante ritmo esploso a dicembre, bisogna calcolare le tasse di circolazione che ci vanno dietro. Ansaldi stima che almeno 3 anni di «bollo» un'auto in leasing li paga prima di essere acquistata e «seguire» il nuovo proprietario nella provincia di residenza.
Per l' Aci , che incassa circa un euro netto ogni bollo, cambia poco: le pratiche sono gestite in modo telematico da agenzie specializzate e la convenzione con la Provincia per la gestione del Pra non arricchirà l' Automobile club . «Ma il vantaggio è complessivo per tutto il Trentino - osserva Astaldi - e dunque anche per gli automobilisti. Grazie all'accordo di Milano, questo è un buon test del federalismo fiscale: la Motorizzazione provinciale sta dimostrando un significativo grado di efficienza e T rentino riscossioni gestisce il contenzioso - che non arriva al 30% - in non più di tre anni ».
Elio Grossi , direttore della Motorizzazione civile , aggiunge che l'ondata di nuove iscrizioni da parte di Arval e altre società di leasing è cominciata nell'ultima decade di novembre, con punte superiori ai 500 veicoli al giorno e una media che si è stabilizzata sulle 2-300 autovetture quotidiane: 1500 in settimana, seimila al mese, insomma. I conti tornano, il gran ragioniere dell'autonomia Dalmonego si frega le mani.
Le flotte aziendali realizzano il 34% delle immatricolazioni totali del comparto automobilistico. Se Arval avesse continuato a immatricolare le auto a Firenze , avrebbe sborsato 10 milioni di euro in più all'anno.
Su 6.177 iscrizioni giornaliere di «nuovo di fabbrica» del dicembre 2011 in tutta Italia, Trento ne ha mangiate circa il 5% : spettacolare. E se rispetto a un anno prima ha incrementato le sue immatricolazioni del 397% , Firenze - abbandonata da Arval con gran dispetto per il governatore toscano Rossi - ha immatricolato 4.374 auto nuove, solo 448 in meno sul 2010 . Quindi, non soltanto lo sbarco di Arval spiega il boom automobilistico del Trentino.