Un'altra «class action» contro l'Acciaieria
«C'é di mezzo il futuro della valle ed é un nostro diritto e un nostro dovere difenderlo. Ci costituiremo parte civile tutte le volte che potremo. Pretendiamo giustizia». Esordisce così Antonella Campana , membro del comitato dei genitori «Adesso basta!», promotore di una nuova class action (ad oggi sono una quarantina i costituiti) nel procedimento giudiziario a carico di Acciaieria Valsugana spa che sarà dibattuto in udienza domani a Borgo Valsugana. A patrocinare le parti, questa volta, saranno gli avvocati Nicola Degaudenz e Paolo Dal Rì di Trento
«C'é di mezzo il futuro della valle ed é un nostro diritto e un nostro dovere difenderlo. Ci costituiremo parte civile tutte le volte che potremo. Pretendiamo giustizia». Esordisce così Antonella Campana , membro del comitato dei genitori «Adesso basta!», promotore di una nuova class action (ad oggi sono una quarantina i costituiti) nel procedimento giudiziario a carico di Acciaieria Valsugana spa che sarà dibattuto in udienza domani a Borgo Valsugana. A patrocinare le parti, questa volta, saranno gli avvocati Nicola Degaudenz e Paolo Dal Rì di Trento. «In questo processo tutti i reati contestati ad Andrea Michielan e Dario Leali (direttore di stabilimento e amministratore unico, ndr) sono oblabili» spiega Degaudenz. «Tuttavia pensiamo che gli imputati intendano sostenere il processo».
La costituzione di parte civile anche in questa sede, e forse più che in altri procedimenti, può assumere un peso determinante e minare l'esito favorevole in cui spera l'azienda bresciana. «In forza di una normativa che impedisce di attribuire direttamente all'acciaieria gli sforamenti di emissioni nocive», spiega ancora l'avvocato. Interpretazione che diede anche l'Appa (Agenzia provinciale protezione dell'ambiente) chiamata in causa per le emissioni oltre i limiti di monossido di carbonio, nel periodo compreso tra il 2009 e il 2011, ma che non convinse la Procura nella persona del pm Maria Colpani che, dopo le conclusioni peritali di Franco Giacomin , decise di istruire il nuovo procedimento notificato agli imputati nel novembre scorso.
«Ad Acciaieria Valsugana potrebbero essere contestati l'abitualità e il permanere delle condizioni che hanno cagionato e comunque non impedito le emissioni nocive oltre i limiti di legge», continua Degaudenz. Il morale dei cittadini, convenuti nella sala rossa di Palazzo Ceschi, è ancora alto e ferma è l'intenzione di proseguire nella battaglia giudiziaria. E le istituzioni? Nessun ente pubblico risulta ad oggi costituito. «Perché il Comune di Borgo non c'e?» domanda qualcuno dal pubblico «non era stato forse chiamato a vigilare?». L'unica altra parte civile ammessa in udienza è il «Comitato26gennaio» che raggruppa i fuoriusciti dall'associazione Valsuganattiva, dopo la frattura creatasi con il legale Mario Giuliano per la liquidazione della somma riconosciuta a titolo di risarcimento parziale alle parti civili, che nel filone processuale «Fumo negli occhi» erano oltre cinquecento. La quota per costituirsi è di 50 euro: «A scanso di equivoci al pagamento di ogni quota segue l'immediato rilascio della fattura», precisa Degaudenz. Per aderire alla costituzione di parte civile c'é tempo fino a prima dell'inizio del dibattimento di mercoledì. È comunque possibile rivolgersi direttamente allo studio legale a Trento o recarsi stasera alle 19 al Caffé del Corso di Borgo Valsugana dove sarà presente l'avvocato Nicola Degaudenz per raccogliere le deleghe.
Intanto Valsuganattiva annuncia una manifestazione davanti al tribunale prima dell'udienza. «Dobbiamo difendere il nostro diritto alla salute», interviene il presidente dell'associazione ambientalista Walter Tomio . «E la nostra dignità - domanda una signora dal pubblico - ci dica avvocato, quanto vale?».