Rovereto, ecco come la Pama resiste alla crisi
Niente cassa integrazione alla Pama. I timori degli operai di fronte alla crisi, fortunatamente, non trovano conferma nelle cifre e nelle intenzioni dell'azienda. La fabbrica roveratana, l'unica a non aver mai fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, risolverà questo lieve calo di produzione con lo smaltimento delle ferie arretrate
Niente cassa integrazione alla Pama. I timori degli operai di fronte alla crisi, fortunatamente, non trovano conferma nelle cifre e nelle intenzioni dell'azienda. La fabbrica roveratana, l'unica a non aver mai fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, risolverà questo lieve calo di produzione con lo smaltimento delle ferie arretrate.
La decisione è stata comunicata ai sindacati l'altra sera nella sede di Confindustria a Trento. È stata proprio la scelta del luogo, palazzo Stella, a far pensare alla cassa. Ma i segretari di Fim e Fiom, Anna Damiano e Michele Guarda, tranquillizzano. «L'azienda ha dichiarato una riduzione lieve, una contrazione dell'attività produttiva. Niente di grave, comunque, visto che si è trovato un accordo sulle ferie per tamponare questo rallentamento temporaneo. Ci siamo incontrati a Confindustria perché per la Pama è la prima volta che si ragiona di rallentamenti e di come ovviare a questi inconvenienti. Ma la stessa società ha buttato sul piatto le ferie arretrate da fare».
Le voci di cassa integrazione, ripetono i sindacati, «non sono fondate». Per quanto riguarda le ferie, d'altro canto, negli anni scorsi si sono ammonticchiate proprio per il tanto lavoro. Adesso, quindi, è arrivato il momento di smaltirle in attesa di una ripresa. Sul versante investimenti, d'altro canto, la Pama ha confermato di proseguire sulla strada intrapresa ormai da qualche tempo. E che, tanto per essere chiari, ha portato ad un incremento dell'occupazione del 25% negli ultimi quattro anni grazie all'export (il 10% in Europa e addirittura l'80% nei Paesi asiatici).
Anche perché la società lagarina (che vanta quasi 340 dipendenti) è un punto di riferimento a livello mondiale nella produzione di grandi macchine utensili (costruisce alesatrici-fresatrici e centri di lavoro) e, come detto, non si è mai servita di ammortizzatori sociali potendo sempre contare su commesse ad alto contenuto qualitativo. E ha sempre investito in innovazione per vincere le sfide di mercato puntando su prodotti di eccellenza in modo da reggere l'urto con il resto del mondo (con produzioni magari più economiche ma a basso valore aggiunto).
A fronte di un finanziamento provinciale da 200 mila euro per la ricerca, non a caso, la Pama ha speso, di tasca propria, ben 6 milioni. Un rallentamento nel lavoro, insomma, di questi tempi ci può stare, specie se per rimettersi in carreggiata è sufficiente utilizzare le ferie per sopperire una piccola contrazione dell'attività produttiva.
Per ora, dunque, tutto a posto o quasi anche se i sindacati assicurano che continueranno a monitorare la situazione «anche con incontri periodici con l'azienda». N. G.