Pagamenti in arretrato per 249 milioni di euro
I lavori pubblici non pagati dai Comuni trentini, cioè i crediti vantati dalle imprese, soprattutto quelle edili, ammontano a una cifra vicina ai 250 milioni di euro. Mentre la Provincia annuncia gli stati generali dell'edilizia per il 26 marzo (vedi pagina 21), anche in Trentino la pubblica amministrazione risulta in debito con il settore produttivo, che d'altra parte riceve sempre meno sostegno dalle banche
I lavori pubblici non pagati dai Comuni trentini, cioè i crediti vantati dalle imprese, soprattutto quelle edili, ammontano a una cifra vicina ai 250 milioni di euro. Mentre la Provincia annuncia gli stati generali dell'edilizia per il 26 marzo (vedi pagina 21), anche in Trentino la pubblica amministrazione risulta in debito con il settore produttivo, che d'altra parte riceve sempre meno sostegno dalle banche. Gli ultimi dati della Banca d'Italia riferiti al dicembre 2012 dicono che in provincia di Trento i finanziamenti alle imprese sono scesi in un anno, al netto delle sofferenze, di 256 milioni.
Sullo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione, stimati a livello nazionale in 71 miliardi, è intervenuto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano . Le elaborazioni più recenti sul debito degli enti pubblici con i fornitori, come quella di Aida Pa-Bureau Van Dijk, si basano sulla rilevazione dei residui passivi, cioè delle spese impegnate ma non pagate, di Comuni, Province, Regioni. Nel 2010 il Trentino Alto Adige registra 1.867 milioni di residui passivi nella spesa corrente e 4.166 milioni nella spesa per investimenti.
Sui Comuni trentini ci dice qualcosa di più l'Osservatorio economico-finanziario delle autonomie locali, che offre dati aggiornati al 2011. Non c'è la voce residui passivi, ma la differenza tra impegni e pagamenti in conto competenza dà una prima misura del fenomeno. Nel 2011 il saldo è di 465 milioni, di cui 310 milioni, due terzi del totale, riguardano spese in conto capitale e, in particolare, 249 milioni sono gli impegni non pagati sull'acquisizione di beni immobili, cioè sui lavori pubblici.
Non tutta questa somma, in realtà, è credito delle imprese fornitrici della pubblica amministrazione, perché nei residui delle spese di investimento ci sono anche importi destinati alla realizzazione di opere non ancora avviate. Ma si tratta comunque di un indicatore della liquidità che non arriva alle imprese, spesso perché gli stessi Comuni hanno dei vincoli ai pagamenti dovuti al patto di stabilità.
D'altra parte la liquidità al settore produttivo non arriva neanche dal sistema bancario. A dicembre i crediti totali in Trentino ammontano a 20 miliardi 116 milioni, con un calo di 188 milioni (-0,9%) su novembre. Sull'anno precedente si registra una piccola crescita (45 milioni), ma solo perché questa cifra è al lordo delle sofferenze. Se si considerano solo i crediti «vivi» il totale è pari a 19 miliardi 164 milioni, in calo dell'1,2% sul mese e dello 0,6% sull'anno. Le sofferenze infatti sono balzate a 952 milioni, 39 milioni in più di novembre e 159 in più nell'anno, con un incremento del 20,1%.
I settori produttivi, in particolare, hanno finanziamenti in corso per 13 miliardi 385 milioni, in calo dell'1% sul mese e dello 0,9% sul dicembre 2011. I crediti in sofferenza sfiorano però ormai gli 800 milioni (798 milioni), in crescita del 3,3% su novembre e del 19,4% su base annua. Gli impieghi «vivi» si fermano quindi a quota 12.587 milioni, con un calo mensile dell'1,3% e annuale del 2%, pari a ben 256 milioni. E se l'industria perde l'1,7% (54 milioni in meno) e i servizi l'1,6% (96 milioni), l'edilizia riceve il 3,1% in meno, 81 milioni in un anno.