Federcoop-La Vis, rotta di collisione
La divisione vigilanza della Cooperazione ha riemesso la certificazione del bilancio consolidato del gruppo La Vis. I revisori confermano i rilievi già fatti ai conti della cantina: ci sono partecipazioni sopravvalutate per oltre 20 milioni di euro. Federcoop prende atto che così il patrimonio della cooperativa lavisana risulterebbe ridotto ai minimi termini se non peggio e si aspetta che la cantina ne tragga le conseguenze
La divisione vigilanza della Cooperazione ha riemesso la certificazione del bilancio consolidato del gruppo La Vis. I revisori confermano i rilievi già fatti ai conti della cantina: ci sono partecipazioni sopravvalutate per oltre 20 milioni di euro. Federcoop prende atto che così il patrimonio della cooperativa lavisana risulterebbe ridotto ai minimi termini se non peggio e si aspetta che la cantina ne tragga le conseguenze. Tra le ipotesi allo studio come via d'uscita un concordato preventivo «in bonis», cioè in continuità di azienda, e la cessione delle partecipate a Cavit. Ma a Lavis contrattaccano: l'azione di responsabilità in preparazione contro i vecchi amministratori riguarderà anche i revisori coop.
I segnali di dialogo dei giorni scorsi non sembrano essere andati avanti, anche se nel cda della coop vitivinicola, guidato dal presidente Matteo Paolazzi e dall'amministratore delegato Marco Zanoni , qualche riflessione si stava facendo. Poi è arrivata la prevista relazione legale sul consolidato, riemessa a causa del ritardo nel deposito del bilancio del gruppo. La vigilanza coop, diretta da Enrico Cozzio , conferma le riserve su conti e patrimonio già fatte al bilancio della cantina e conclude di nuovo con l'impossibilità di emettere il giudizio sul bilancio a causa delle incertezze sulla continuità aziendale.
Il consolidato La Vis, depositato in Camera di commercio il 31 gennaio, presenta un patrimonio netto ridotto a circa 18 milioni, senza considerare la scissione del comparto mele con la ricostituzione della cooperativa 5 Comuni. Anche così si tratta di un patrimonio debole rispetto a debiti finanziari complessivi (con banche, Isa e per rimborso contributo della Provincia) pari a 76,3 milioni, pur se calati dagli 82,6 milioni dell'esercizio precedente. Con le svalutazioni indicate nella certificazione dei revisori sulle partecipate Ethica, Casa Girelli, Cesarini Sforza, Poggio Morino e Basilica Cafaggio il patrimonio verrebbe praticamente azzerato.
La Vis ribatte sottolineando che il valore delle partecipate sta nello sviluppo del fatturato, che risulta in crescita anche nell'esercizio 2012-2013 (che si conclude il 30 giugno), dopo l'incremento 2011-2012 di quasi l'8% a 92 milioni. E annuncia che il prossimo acconto ai soci sarà pagato dopodomani, venerdì, in anticipo sulla scadenza di fine marzo.
Ma qui si apre un altro problema, che probabilmente costituirà una delle osservazioni della revisione ordinaria biennale della coop lavisana. Il conferimento di uve dai soci è sceso a 108 mila quintali, dopo i 130 mila quintali del 2011, i 175 mila del 2010, i 198 mila del 2009. L'incremento di fatturato, quindi, dipende solo in parte dalla produzione propria, in parte crescente è ottenuto approvvigionandosi di materia prima sul mercato, in Veneto e altrove, a costi, tra l'altro, superiori rispetto a qualche anno fa, quando pure c'era la gara tra le coop vinicole trentine a comprare vino dai veneti o dalla statunitense Gallo.
Alla La Vis replicano: così fan tutti. In Federazione, invece, a partire dal presidente Diego Schelfi , sono preoccupati per quella che considerano una deriva dalla mutualità cooperativa. Per tutti questi motivi sta maturando l'idea che la via d'uscita stia in una procedura concordataria in bonis che consenta di ristrutturare il debito di La Vis, vendere ordinatamente le partecipate, in particolare Cesarini Sforza e Casa Girelli a Cavit, e puntare per il futuro sul prodotto di altissima qualità della cantina.
La Vis invece ritiene le osservazioni dei revisori una potenziale fonte di danni alla cooperativa e chiede che la revisione legale sia affidata a terzi. Anzi, ha intenzione di coinvolgere i revisori coop nell'azione di responsabilità in preparazione, con uno studio legale veronese, contro i precedenti amministratori. Motivo? In passato non avrebbero vigilato abbastanza.