Febbraio nero ma Poli nel 2012 fa 412 mln
Il calo dei consumi tocca pesantemente anche la grande distribuzione e ormai il 26% delle persone compra solo prodotti in offerta. Una situazione che si verifica anche in Trentino, come testimonia Mauro Poli, direttore affari generali del gruppo leader dei supermercati. L'inizio 2013 è stato terribile, ma Poli si consola con i conti 2012: il fatturato ha toccato i 412 milioni di euro con un +5% sul 2011
TRENTO - Complici un giorno di apertura in meno rispetto al febbraio 2012, le nevicate e la depressione perdurante, il febbraio 2013 della grande distribuzione è stato «terribilis». «Mai visto un calo così in tutta la mia vita», diceva l'altro giorno Marcello Poli, a margine della Fondazione Caritro a Rovereto. E Mauro Poli, direttore affari generali del gruppo, conferma: «Sì, ci siamo mangiati tutto l'aumento di gennaio, e chiudiamo in pari i primi due mesi». È il segno di un'economia col respiro corto, della gente che ha sempre meno soldi in tasca.
Il gruppo Poli, leader in provincia di Trento, può consolarsi con l'ultima indagine Top4Top Nielsen che certifica: dei 19 maggiori gruppi nazionali di gdo, solo due hanno registrato un piccolo segno + nei primi due mesi: e Agorà, il consorzio a cui aderiscono i supermercati Poli è secondo, con un +0,5% che è un brodino, mentre tutti gli altri calano tra l'1,2 e l'8,3%.
Nella media nazionale Nielsen, la maggiore flessione è negli ipermercati: -6%. I supermercati dai 400 ai 3mila mq cedono -1,8%, quelli più piccoli calano del 5% (e tremano), mentre solo il discount cresce del 5% (prezzi più bassi, acquisti più alti).
Un inizio 2013 da brividi, Mauro Poli?
«Il febbraio è stato nero, anche se un giorno in meno pesa parecchio e le nevicate hanno inciso pesantemente».
E pesantissime prospettive?
«C'è una forte flessione, e cambiano radicalmente le abitudini d'acquisto: i clienti che scelgono solo le offerte speciali, per risparmiare, sono saliti dal 20% ante-crisi al 26% di oggi. C'è una disaffezione alle marche più note, che perdono a favore dei prodotti a marchio di catena (come il nostro Primia), si sceglie sempre il prezzo minore. E soprattutto si compra di meno».
Scontrini sempre più leggeri, per voi.
«Sì, il prosciutto un etto alla volta e non di più, frequenza maggiore con importi minori. Lo spreco è bandito, anche dal punto di vista culturale, dopo la sbornia delle finanziarie che incitavano al consumo».
Insomma, obbligati alla sobrietà.
«Sì, c'è un cambio culturale. Non ultimo, papa Francesco, che insegna un nuovo stile di vita. E poi le prospettive sono incerte, la politica è confusa, la sfiducia è tanta».
Significa che il gruppo Poli frenerà sugli sviluppi di rete?
«I nuovi punti vendita - stiamo constatando - vanno a "mangiare" il fatturato sulla rete esistente. La torta è la stessa, una fetta più grande da una parte significa una fetta più magra dall'altra. Questo fenomeno ci induce a gestire lo sviluppo molto più prudentemente. Abbiamo scartato alcuni progetti. Punteremo sulle ristrutturazioni: nel 2013, rifatto il punto vendita di Pergine, amplieremo Arco entro ottobre, e forse un altro punto vendita. E speriamo che si sblocchi finalmente via Pranzelores a Trento nord (l'area vicino a Mediaworld, attesa da anni)».
Ci dà una prechiusura sul bilancio 2012?
«È presto per capire come si assesterà l'utile - sicuramente in flessione - ma l'anno scorso nonostante tutto abbiamo sfondato quota 400 milioni, chiudiamo a quasi 412, con una crescita del 5%, grazie ai 4 negozi nuovi (Vipiteno e i 3 ex Billa rilevati nel novembre 2011, Trento Rovereto e Bolzano), mentre a parità di rete l'aumento del fatturato si ferma all'1%, dunque sotto il tasso d'inflazione. Ma i costi diventano allarmanti anche per noi: non toccheremo gli organici, ma dovremo razionalizzare e ridurre ancora i nostri margini. Farci carico della crisi».