Turisti stabili ma ricavi in calo del 15%

«Il turismo in Trentino vede una sostanziale tenuta in base ai dati di arrivi e presenze, che però non esauriscono anzi per certi versi distorcono le dinamiche. Non è che quando si parla dell'export dell'industria si dà il numero di container: è il fatturato che conta». E il fatturato del settore turistico trentino, dice il presidente dell'Associazione Albergatori  Luca Libardi  davanti ai suoi associati e a molti ospiti delle categorie e della politica, è in calo a causa del calo dei consumi da parte dei turisti. La stima sul 2012 è di una contrazione del 15%

«Il turismo in Trentino vede una sostanziale tenuta in base ai dati di arrivi e presenze, che però non esauriscono anzi per certi versi distorcono le dinamiche. Non è che quando si parla dell'export dell'industria si dà il numero di container: è il fatturato che conta». E il fatturato del settore turistico trentino, dice il presidente dell'Associazione Albergatori  Luca Libardi  davanti ai suoi associati e a molti ospiti delle categorie e della politica, è in calo a causa del calo dei consumi da parte dei turisti. La stima sul 2012 è di una contrazione del 15%. I dati sulla stagione invernale, aggiunge Libardi, «rafforzano le nostre preoccupazioni». Anche se crescono i turisti dall'Est, soprattutto russi. E gli alberghi trentini si attrezzano con i menu in cirillico.
Libardi, nella sua relazione alla sessantasettesima assemblea annuale dell'Asat svoltasi ieri al Palacongressi di Riva, spiega che ci vorrebbero per il Trentino dati come quelli disponibili per altre province: tasso di occupazione delle camere d'hotel, ricavo medio per camera occupata, ricavo medio per camera disponibile. «Questo è il vero indice sintetico della redditività dell'albergo». Almeno per la città di Trento un dato del genere è fornito ogni mese dall'Italian hotel monitor di Trademark Italia. Ad aprile il tasso di occupazione degli alberghi del capoluogo è stato del 44,2%, il prezzo medio per camera di 88,68 euro e quindi il ricavo medio per camera disponibile pari a 39,19 euro, il 14% in meno dell'aprile 2012. La speranza di ripresa ora sta nel Festival dell'Economia.
«Il Trentino turistico - ha ricordato Libardi - vale 2.520 milioni di euro, che corrisponde al 16% del Pil provinciale. Se consideriamo l'indotto arriviamo al 28% del Pil. Il valore aggiunto è pari a 1.080 milioni, superiore a quello dell'edilizia. Gli addetti, tra imprenditori e collaboratori, sono 11 mila ma i posti di lavoro attivati dalla spesa turistica superano i 31 mila. Il nostro settore porta valuta pregiata da fuori, mentre sul versante dei costi dà lavoro alle imprese locali. Per non parlare delle imposte: solo l'Iva vale 800 milioni».
Un comparto quindi «strategico» e «anticrisi». Che è davanti alla sfida della competitività e per questo ha bisogno di risorse dalla fiscalità generale. Ma anche, sottolinea Libardi, di «risorse da liberare», in primo luogo i costi della burocrazia, che in Italia pesano sulle imprese per 25 miliardi, dieci volte la media europea. «E in Trentino per certi aspetti è peggio».
In questi anni, sostiene ancora Libardi, gli albergatori hanno investito. «C'è stato un processo di riqualificazione delle strutture con un incremento degli alberghi a 3, 4, 5 stelle». Ma per competere è necessario essere redditizi, mentre i costi, dal lavoro all'energia e soprattutto alle tasse, hanno compresso la redditività. Sul fisco l'Asat chiede azioni a livello nazionale e un confronto stabile con Provincia e Comuni per contenere imposte e tariffe locali.
Tra i nodi ricordati dal presidente Asat, la stretta al credito, la politica di promozione (ne parliamo sotto), la formazione, il lavoro e gli ammortizzatori sociali. E, sollecitato sui nuovi mercati e l'innovazione, rimarca: «Oggi arrivano i turisti russi e più d'uno tra i nostri alberghi si sta attrezzando: menu in lingua, collaboratori che conoscono il russo».

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