Whirlpool, parla Mazzalai
Il numero uno di Confindustria Trento dice la sua sulla chiusura dello stabilimento Whirlpool di Spini di Gardolo. «Gli ammortizzatori sono un palliativo. Per mantenere una quota consistente di lavoro in Trentino bisogna fare lo sforzo di cercare un'attività sostitutiva». Secondo Paolo Mazzalai gli esempi virtuosi ci sono. «In Germania c'è stato un caso simile proprio nel campo degli elettrodomestici, sostituiti con un'altra attività in campo metalmeccanico»I vostri commenti
TRENTO - «Se vediamo la storia dello stabilimento Whirlpool di Spini, l'intervento della Provincia di sei anni fa ha avuto il grosso vantaggio di stabilizzare la presenza. Ora però le condizioni di mercato sono cambiate, c'è un crollo verticale della domanda e l'entrata di nuovi concorrenti. Confindustria è in prima linea per riconvertire l'attività produttiva, trovare un'attività sostitutiva e così proteggere il lavoro». Lo sostiene il presidente di Confindustria Trento Paolo Mazzalai (nella foto) .
Mazzalai diventò presidente di Trentino Sviluppo nel 2008, pochi mesi dopo l'acquisto pubblico dell'immobile di Spini che tamponò allora il rischio di fuga dal Trentino della multinazionale Usa. «Me lo trovai fatto ma l'ho condiviso allora e lo condivido ancora oggi - afferma Mazzalai - Secondo noi fu una mossa intelligente, ma non risolutiva. Sono cambiate le condizioni del mercato degli elettrodomestici. C'è stato il crollo verticale della domanda e l'entrata nel mercato di nuovi player dalla Turchia e dalla Cina».
«Gli ammortizzatori sono un palliativo - prosegue Mazzalai - Per mantenere una quota consistente di lavoro in Trentino bisogna fare lo sforzo di cercare un'attività sostitutiva». Secondo Confindustria gli esempi virtuosi ci sono. «In Germania c'è stato un caso simile proprio nel campo degli elettrodomestici, sostituiti con un'altra attività in campo metalmeccanico».
«Dobbiamo attrezzarci per questi eventi - sottolinea il numero uno di Confindustria - Crisi molto forti su cui possiamo incidere poco. Possiamo però avere un'organizzazione territoriale che porti ad attirare nuovi insediamenti. I vantaggi ci sono: siamo sull'asse nord-sud dell'Europa, la produttività a Spini è maggiore o uguale a quella di altri stabilimenti, cioè la chiusura non c'è stata per inefficienza».
Secondo Mazzalai, quindi, la speranza è nel «plus territoriale», nel contesto che riusciamo a offrire, dal posizionamento della manodopera al ruolo di università e ricerca. «Un'azione di sistema protettiva del lavoro - conclude - Su questo c'è il grande impegno di Confindustria».