Rincari Imu,  «graziati» i trentini

Sono molti i comuni italiani che, nell'incertezza dell'evoluzione delle norme collegate all'Imu, hanno scelto di alzare le proprie aliquote, talvolta fino al massimo consentito. Come noto, la richiesta del Pdl nazionale è quella di eliminare del tutto l'imposta sulla prima casa; di qui la necessità dei comuni di pensare a come far quadrare i conti, il tutto in un clima di incertezza. I comuni trentini, in questa delicata fase, risulteranno però immuni dai possibili aumenti

di Luca Nave

ImuTRENTO - Sono molti i comuni italiani che, nell'incertezza dell'evoluzione delle norme collegate all'Imu, hanno scelto di alzare le proprie aliquote, talvolta fino al massimo consentito. Come noto, la richiesta del Pdl nazionale è quella di eliminare del tutto l'imposta sulla prima casa; di qui la necessità dei comuni di pensare a come far quadrare i conti, il tutto in un clima di incertezza.


I comuni trentini, in questa delicata fase, risulteranno però immuni dai possibili aumenti. Lo spiega il senatore - e assessore ai tributi del Consiglio delle autonomie locali - Vittorio Fravezzi. «Sono tre gli elementi che pongono il Trentino al di fuori di questo aumento. Il primo è il fatto che, fin dalla prima applicazione dell'Imu, in Trentino si è attuata una logica di solidarietà di sistema: non tutti i comuni sono uguali e si è cercato di attuare il più possibile una perequazione, pensiamo alla differenza tra un comune turistico (con seconde case e alberghi) e uno che invece non lo è.


Secondo elemento, si è intervenuto in maniera contenuta sul fondo perequativo mentre, nel resto d'Italia, i tagli sono stati molto più consistenti. Collegato a questa riduzione contenuta, del resto, si è subito posto in essere il piano di miglioramento che dovrebbe portare, a regime, a una riduzione dei centri di spesa pari a 120 milioni. È il piano che prevede anche le gestioni associate.


Terzo elemento, i comuni trentini hanno approvato, già a marzo, i bilanci di previsione 2013, anticipando un'incombenza che nel resto d'Italia scade a fine settembre. Il vantaggio accumulato dal Trentino è il frutto della condivisione attuata fin da subito tra Provincia e Consorzio delle autonomie».

 

Per la stragrande maggioranza dei comuni trentini, dunque, le aliquote restano quelle stabilite in prima istanza: 4 per mille sulla prima casa e tra il 7,6 e il 7,83 per mille per il resto. «Certo, anche il Trentino dovrà attendere gli esiti delle decisioni nazionali, ma per intanto non avremo aumenti».

comments powered by Disqus