Autonomia trentina, presto nuovi sacrifici
Si affacciano nuovi sacrifici all'orizzonte finanziario dell'Autonomia trentina. Il governo, infatti, starebbe per bussare nuovamente alla porta delle autonomie speciali per ripartire la copertura del mangato gettito dovuto al rinvio dell'aumento dell'Iva e alla cancellazione, almeno in parte, dell'Imu sulla prima casa. In tutto ballano tra i 3 e i 5 miliardi. In ogni caso, una nuova stretta si prepara con il provvedimento sulla riduzione dei costi per le Regioni, esaminato ieri, ma non ancora varato, dal consiglio dei ministri, e che dovrebbe toccare le cosiddette spese di servizio delle ex municipalizzate, della sanità, del trasporto pubblico locale, delle società partecipate dalla Provincia
TRENTO - Tra l'Accordo di Milano siglato nel 2009 e le successive manovre approvate tra il 2010 e il 2012, la Provincia di Trento dà allo Stato qualcosa come il 30% del proprio bilancio. Dal 2012 in poi la cifra che viene congelata è pari a circa 1,3 miliardi di euro annui e continua a salire. Nel 2012, ad esempio, la quota del bilancio bloccata per dare allo Stato il necessario per il risanamento dei conti pubblici, è stata pari a 1,266 miliardi di euro. Quest'anno, senza la nuova spending review alle porte, la cifra salirà verso 1,359 miliardi di euro.
Nel 2015, quando i tagli saranno entrati a regime, il totale salirà a 1,386 miliardi di euro. Una parte pari a 568 milioni di euro annui deriva dall'Accordo i Milano, il resto dalle manovre di contenimento della spesa varate dai governi Berlusconi e Monti. Insomma, tra 2012 e 2014 compresi ci sarà un taglio di circa 4 miliardi di euro. Ora si attende una nuova richiesta di sacrifici da Roma: una parte sulle spese degli enti pubblici e delle controllate, una parte sugli acquisti.