Dalle fotocopie agli appalti, spending review da 1,5 milioni
Il Comune di Rovereto presenta un prospetto di taglio delle proprie spese (la parte del bilancio non legata agli investimenti in opere pubbliche, circa 60 milioni annui) di 1,54 milioni di euro entro fine 2017 distribuito su tre capitoli: spesa per il personale (554mila euro), spesa per i beni e i servizi in conto capitale (115mila) ed in spesa corrente (854mila)
ROVERETO - Il nome ufficiale è «Piano di miglioramento». Ma potrebbe tranquillamente chiamarsi «Spending review comunale». Il succo è quello, il mantra obbligato di tutte le amministrazioni pubbliche: risparmiare risorse. Il Comune di Rovereto presenta così un prospetto di taglio delle proprie spese (la parte del bilancio non legata agli investimenti in opere pubbliche, circa 60 milioni annui) di 1,54 milioni di euro entro fine 2017 distribuito su tre capitoli: spesa per il personale (554mila euro), spesa per i beni e i servizi in conto capitale (115mila) ed in spesa corrente (854mila). Il testo, deliberato dopo essere passato in Commissione Bilancio, è un piano non operativo di tagli. Come il Pum, non si indicano i singoli provvedimenti, ma si disegna un orizzonte di medio e lungo termine verso il quale ci si dovrà muovere. C'è dentro di tutto: dai grandi capitoli di spesa, come i contratti di affitto, il trattamento economico dei dipendenti, la razionalizzazione dell'uso delle strutture, il blocco totale del turn over, fino alle forme di risparmio più minute, come l'obbligo per gli uffici comunali di usare i fogli per stampanti e fotocopiatrici in fronte-retro. «Ogni singolo intervento - spiega il sindaco di Rovereto Andrea Miorandi - avrà un dirigente referente, che dovrà rendere conto dell'applicazione dei principi di risparmio indicati dal piano. Il primo banco di prova sarà il bilancio 2014».
Il Piano rispetta quanto previsto che dalla finanziaria provinciale 2013, che indicava per i Comuni oltre i 10mila abitanti un piano di tagli della cosiddetta «spesa aggredibile» del 12% per quanto riguarda il trattamento economico del personale e dell'8% sul fronte delle spese per beni e servizi.
Non saranno risparmi indolori. Se sul fronte della spesa per il personale il riflesso sarà interno, con gli uffici obbligati a «lavorare di più» per far fronte al numero ridotto di dipendenti (il maggiore sforzo sarà dell'Ufficio Tecnico, che da solo dovrà tagliare 239mila euro), la diminuzione delle risorse per l'acquisto di beni e servizi si rifletterà all'esterno. E visto che il solo annuncio, circa un anno fa, della diminuzione dei fondi per la pulizia degli uffici ha portato a manifestazioni dei sindacati davanti Palazzo Pretorio, si comprende la preoccupazione con cui Miorandi ed il segretario Giuseppe Di Giorgio guardano all'applicazione del provvedimento. Un punto si prospetta particolarmente caldo: «utilizzo spinto del commercio elettronico».
Ovvero l'utilizzo del «Mepat» (archivio digitale delle imprese fornitrici registratesi sulla piattaforma provinciale "Mercurio") e Consip per l'acquisto di qualsiasi bene o servizio, in modo da spuntare sempre il prezzo migliore. Qual è il problema? «Che ad oggi pochissime imprese roveretane - spiega Di Giorgio - si sono registrate sui portali. Occorre dare il via ad una campagna informativa massiccia, o il Comune "rischia" di affidarsi in futuro solo a ditte esterne».Facili malumori in vista anche per la stretta alle sponsorizzazioni e per la rivisitazione della forma giuridica dell'Apt. «L'attuale sistema di governance e di finanziamento comunale non risulta molto efficiente ed efficace: sarebbe opportuno considerare per l'Apt una forma aziendale più snella».
Staremo a vedere. Certo non ci saranno moti di popolo di fronte al capitolo 5, «Riforma istituzionale»: «In corso la revisione del regolamento comunale» per snellire le procedure e rendere più veloci e meno frequenti sedute consiliari e di commissione. Insomma, meno gettoni per i consiglieri comunali.