Pensionati allo stremo Il 37% taglia sul cibo
ROMA - Pensionati allo stremo. Il 46,2% fatica ad arrivare a fine mese e deve chiedere prestiti, il 37% taglia sugli acquisti alimentari. Lo dice un'indagine dello Spi-Cgil/Ipsos.
ROMA - Pensionati allo stremo. Quasi uno su due fatica ad arrivare alla fine del mese: un problema per il 46,2% che si ritrova così costretto a rimandare pagamenti, ad intaccare i propri risparmi, a chiedere prestiti e aiuti ad altri.
A fotografarli è una indagine dello Spi-Cgil realizzata con l'Ipsos su consumi e potere d'acquisto dei pensionati. Di conseguenza tagli e rinunce sono all'ordine del giorno. Tanto che il 37% è arrivato a ridurre i consumi dei prodotti alimentari e per la casa, negli ultimi due anni (a fronte di un 29% registrato dal resto della popolazione su questo capitolo di spesa). Solo il 20,4% dei pensionati "non ha ridotto in misura significativa" le proprie spese nel complesso.
Certo, quello a cui i pensionati hanno rinunciato maggiormente è lo svago. Il 60% ha infatti messo da parte viaggi e vacanze, il 59% ristoranti, pizzerie e bar, il 48% cinema, teatro e concerti. Ma in tempi di crisi anche l'acquisto di un vestito nuovo può aspettare e così il 53% dei pensionati ha deciso di ridurre le spese in vestiario, abbigliamento e accessori. Significativo, però, il caso delle spese per giochi e lotterie: anche in questo caso infatti c'è un calo (per il 24%) ma il 76% dei pensionati ha deciso di non rinunciarvi, sperando magari di risollevare in questo modo le proprie sorti.
A fronte del 46,2% che stenta, c'è il 24,3% dei pensionati che ce la fa "senza troppi problemi" ma spendendo quasi tutta la pensione, mentre il 29,5% ci arriva "senza alcun problema" e riesce anche a risparmiare qualcosa. Gli altri devono fare i conti stando attenti al centesimo.
I pensionati "hanno dato tanto a questo Paese in termini di sacrifici e ora non ne possono proprio più. È per questo che chiediamo al governo di dare loro delle risposte, a partire dalla legge di stabilità", afferma il segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone.
Domani Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza per chiedere di cambiare, appunto, la legge di stabilità a partire dalla richiesta di meno tasse per lavoratori dipendenti e pensionati attraverso un aumento delle detrazioni e
una norma che destini automaticamente le risorse provenienti dall'evasione fiscale, dalla spending review e dalle rendite.
Eppure, per quanto in evidente difficoltà, i pensionati continuano comunque a svolgere un ruolo strategico nella famiglia, in particolare verso figli e nipoti che hanno perso il posto di lavoro o che non riescono a trovarlo: il 42,6% - sempre secondo i risultati dell'analisi del sindacato dei pensionati - sostiene economicamente, magari anche solo ogni tanto, i propri familiari.