Secondo le stime Ocse Italia sempre più in crisi
L'Ocse gela l'Italia. Non solo quest'anno la ripresa non arriverà, ma secondo l'organizzazione parigina Roma non potrà nemmeno sperare nella crescita zero. Il risultato dell'economia sarà implacabile e segnerà -0,4%. In pratica l'Italia sarà l'unico Paese del G7 a rimanere ancora in recessione, lontanissima anche dalle economie emergenti, Brasile compreso. Uno schiaffo non indifferente, che si somma a quello arrivato a pochi minuti di distanza anche da Standard & Poor's. L'agenzia di rating è più benevola, ma indica comunque per il nostro Paese un Pil bloccato sullo zero
L'Ocse gela l'Italia. Non solo quest'anno la ripresa non arriverà, ma secondo l'organizzazione parigina Roma non potrà nemmeno sperare nella crescita zero. Il risultato dell'economia sarà implacabile e segnerà -0,4%. In pratica l'Italia sarà l'unico Paese del G7 a rimanere ancora in recessione, lontanissima anche dalle economie emergenti, Brasile compreso. Uno schiaffo non indifferente, che si somma a quello arrivato a pochi minuti di distanza anche da Standard & Poor's. L'agenzia di rating è più benevola, ma indica comunque per il nostro Paese un Pil bloccato sullo zero. Nonostante le rassicurazioni ormai quotidiane del governo sul rispetto dei parametri europei e del tetto del 3%, le nuove cifre lanciano comunque un'ombra sul deficit. Se l'Italia dovesse effettivamente chiudere il 2014 con il segno meno ( nella foto Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia e delle Finanze), la situazione dei conti pubblici si complicherebbe infatti non poco. Secondo il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, comunque, il premier Renzi sta tenendo sotto controllo i conti ma l'Italia, la cui ripresa sarà più lenta rispetto agli altri paesi Ue, dovrà accelerare il processo di riforme. Nel suo «Interim Economic Assessment», ovvero nella mini-analisi tra i due tradizionalmente corposi rapporti semestrali, l'Ocse ha tagliato drasticamente le previsioni del maggio scorso che indicavano per il nostro Paese una crescita dello 0,5% nel 2014 e dell'1,1%, ieri ridotta allo 0,1%, nel 2015. La revisione al ribasso è stata generalizzata. Tranne che per l'India, l'organizzazione guidata da Angel Gurria ha tagliato le stime di tutti i maggiori Paesi. Compresa Eurolandia, dove la crescita si dovrebbe fermare allo 0,8% quest'anno, contro l'1,2% calcolato nella primavera scorsa, per poi assestarsi all'1,1% l'anno prossimo. Il giudizio è piuttosto severo anche per l'Europa. Il recupero dell'area euro, specifica il rapporto, «rimane deludente», specialmente nei Paesi più grandi, anche quindi in Francia e nell'intoccabile Germania. Nel vecchio continente, la fiducia «si sta indebolendo», la domanda è «anemica» e su tutto grava lo spettro della deflazione, la stessa che ha schiacciato il Giappone per anni e che potrebbe ora appiattire anche l'Europa. L'analisi prosegue dunque tornando ad insistere sul fatto che «mentre la ripresa in alcune economie periferiche è incoraggiante, altri Paesi fronteggiano ancora sfide strutturali e di bilancio, insieme al peso di un alto debito». La ricetta sta in un mix: «Vista la debolezza della domanda, la flessibilità all'interno delle regole europee dovrebbe essere utilizzata per sostenere la crescita», sostiene l'Ocse, che però esorta ancora una volta ad accelerare sulle riforme in Europa e non solo. «Il continuo fallimento dell'economia globale nel generare una crescita forte, equilibrata ed inclusiva - spiega - sottolinea l'urgenza di sforzi di riforma ambiziosi», in direzione della semplificazione fiscale in Brasile ed India ad esempio, della liberalizzazione dei servizi o della riduzione dei paracaduti sociali all'impiego in Francia.