La via cambia nome: salasso da Equitalia

Un cambio di toponomastica - con un tratto di via Brennero trasformato in via Giancarlo Maroni - rischiava di costare molto caro ad un’azienda trentina. Il risultato è stato che una cartella esattoriale per un debito Iva non è stata recapitata. Le conseguenze sono state  pesanti: al debito Iva si sono sommate sanzioni varie e interessi, uno scherzetto che aveva fatto lievitare la cartella di quasi 10 mila euro

equitaliaUn cambio di toponomastica - con un tratto di via Brennero trasformato in via Giancarlo Maroni - rischiava di costare molto caro ad un’azienda trentina. Il risultato è stato che una cartella esattoriale per un debito Iva non è stata recapitata. Le conseguenze sono state  pesanti: al debito Iva si sono sommate sanzioni varie e interessi, uno scherzetto che aveva fatto lievitare la cartella di quasi 10 mila euro.


L’azienda, difesa dagli avvocati Paolo Dal Rì e Nicola Degaudenz, ha fatto ricorso alla Commissione tributaria. I legali in questo caso sostenevano che l’azienda non aveva cercato di sottrarsi trasferendo la sede altrove per sfuggire alla notifiche. La ditta, infatti, non si era  spostata di un solo centimetro anche se il suo indirizzo era mutato da via Brennero a via Maroni.


Cosa era successo dunque? Probabilmente la modifica della toponomastica, benché ampiamente indicata anche da cartelli messi dal Comune, ha mandato in confusione chi doveva recapitare la corrispondenza. E così l’avviso bonario inviato da Equitalia Nord non è mai stato consegnato. L’azienda dunque ha saputo solo a molti mesi di distanza del debito tributario. È arrivata una telefonata da parte di un funzionario di Equitalia che avvisava il titolare che alcune pendenze risultavano iscritte al ruolo. Non una bella notizia e per di più del tutto inaspettata visto che fino a quel momento non erano arrivati altri avvisi.


I legali dell’azienda hanno depositato prova che proprio in quel periodo c’era stato il cambio di nome da via Brennero a via Maroni. L’Agenzia delle entrate ha riconosciuto che la responsabilità per il mancato pagamento non era dell’azienda. La sanzione è stata dunque annullata in autotutela e la ditta ha potuto pagare il dovuto senza ulteriori aggravi.

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