Sait, l'allarme di Dalpalù «70 Famiglie sono troppe»
Settanta famiglie cooperative sono tante, troppe. Lo si dice da tempo, ma negli ultimi anni non si è fatto nulla. Ora è giunto il momento dell’azione.
Se Renato Dalpalù pochi giorni fa ha fatto un passo indietro ritirando la propria candidatura alla guida della Federazione della cooperazione trentina, da presidente del Sait non pare voler arretrare nemmeno di un centimetro. Da cinque anni alla guida del colosso della distribuzione, Dalpalù ha lanciato stamani ai soci riuniti in assemblea al Palarotari un messaggio inequivocabile: «Dobbiamo fare autocritica e riordinare l’intera filiera industriale. Un lavoro che ha bisogno del concorso e della disponibilità di tutti gli attori». Un lavoro, soprattutto, da fare in fretta: «c’è il tempo per la discussione, uno per la decisione ed uno per l’azione. Da qualche anno diciamo che 70 Famiglie Cooperative sono troppe. Io sono arrivato nel 2010, da allora non è successo nulla. Anche se la fusione non è la panacea di tutti i mali, occorre valutare con attenzione. Ci sono cooperative piccole che vanno bene e grandi che vanno male. Non si può comunque stare fermi».
«Non illudiamoci – ha aggiunto il direttore Luigi Pavana – anche il 2015 sarà critico, per parlare di ripresa dei consumi dovremo attendere il 2016. Nel frattempo però occorre lavorare sodo sulle modalità di vendita, rapporto con i soci, politiche di prezzo e contenimento dei costi. Il Sait offre servizi di informatica, vendite, piani finanziari, studi di mercato, commerciale. Una gamma di 42 differenti tipologie cui lavorano un centinaio di collaboratori, a disposizione delle cooperative».
Il bilancio
L’assemblea ha approvato all’unanimità il bilancio, che chiude con un utile di 1,6 milioni di euro (2,2 nel 2013) anche grazie alla diminuzione di circa 2 milioni di costi di gestione. Il Sait ha trasferito alle associate 3.412.000 euro di ristorni e 1.054.000 euro di dividendi, dà lavoro direttamente a 674 persone, cui si aggiungono i 46 dipendenti del circuito Gol e 247 di Trento Sviluppo, per un totale che sfiora il migliaio di occupati. Il fatturato è in flessione del 6% da 320 a 300 milioni di euro.
Il rinnovo del consiglio
L’assemblea ha eletto cinque consiglieri in scadenza, indicati dai soci delle singole zone rappresentate, e l’intero collegio sindacale.
Si tratta di Michele Pelz, presidente della Famiglia Cooperativa Val di Cembra, in sostituzione di Luca Coletti per il territorio della Valle dell’Adige, Graziella Berti (confermata), presidente della Castelli d’Anaunia per la Valle di Non, Walter Facchinelli (presidente Vigo Rendena) al posto di Riccardo Maturi della Famiglia di Pinzolo, Guido Molinari, presidente della Famiglia Cooperativa Bondo e Roncone (confermato) per il territorio delle Giudicarie, e Franco Sartori presidente della Famiglia Cooperativa Val di Ledro, anch’egli confermato.
Rinnovato e confermato anche l’intero collegio sindacale, con il presidente Roberto Simoni e i sindaci Paolo Bresciani e Katia Tenni.
Franco Brighenti nell’Albo d’oro
Franco Brighenti, a lungo presidente della Famiglia Cooperativa della Val di Ledro e cooperatore a 360 gradi, è stato premiato con il distintivo dell’Albo d’oro della Cooperazione di Consumo. «Mi auguro – ha detto – che la cooperazione riesca sempre a dare risposte a chi è più in difficoltà».
Sono stati premiati anche i collaboratori di Sait con trent’anni di servizio: sono Francesco Bertoldi, Michele Butturini, Annamaria Daldoss, Maurizio Luca, Walter Moser, Claudio Nicolini, Alessia Santoni, Maria Pia Santoni e Luana Tognotti.