Tagli Unicredit, in Italia via ol 3 mila dipendenti
Unicredit cerca la strada per chiudere con i sindacati su 2.700 uscite già previste in Italia. Il confronto, ripreso ieri, dovrebbe trovare una conclusione nelle prossime ore. Mentre per i 540 tagli (circa 470 i dirigenti coinvolti) del nuovo piano la trattativa corre in parallelo e l’accordo è previsto in una fase successiva. Allo stesso tempo, in vista del Cda del 9 febbraio, i comitati interni sono stati aggiornati sui conti del 2015.
Gli analisti vedono per il gruppo di Piazza Gae Aulenti un rosso di 140 milioni nel quarto trimestre e per l’intero anno un utile di 1,4 miliardi (i 9 mesi mesi si erano chiusi con un utile a oltre 1,5 miliardi). La perdita, secondo gli addetti ai lavori, deriva da elementi straordinari quali il piano esuberi (oltre 18mila i tagli a livello di gruppo), le cessioni e il costo di salvataggio delle 4 banche (Etruria, Banca Marche, Carife, Carichieti). Al Forex il Ceo, Federico Ghizzoni ha indicato che i risultati dell’anno saranno «in linea e, per certi aspetti, superiori» a quelli attesi con il nuovo piano industriale che procede a passo veloce.
Nell’ambito delle linee strategiche a metà gennaio, è arrivato nella controllata austriaca il cambio ‘generazionalè con l’avvicendamento, a partire da marzo, tra Cernko (alla guida da ottobre 2009) e il più giovane Zadrazil. Sempre in Austria è in atto la ristrutturazione del retail che farà salire di altri 150 milioni di euro i risparmi qui previsti entro il 2018 (le efficienze totali a piano saliranno così a 1,75 miliardi). Bank Austria ha 9.200 dipendenti, ma comprende anche le partecipazioni bancarie nell’Europa centro orientale, il cui coordinamento passerà da Vienna a Milano, secondo quanto era stato annunciato nel piano a novembre (che indicava i posti ridotti in Austria in 2.050 unità, con altri 1.100 tagli nelle divisioni Cee).
Unicredit ha poi raggiunto un accordo vincolante per la cessione della controllata in Ucraina Ukrsotsbank ad Alfa Group (l’onere straordinario sul conto economico di Unicredit è di circa 200 milioni di euro). Mentre per il leasing sono in corso delle valutazioni. Indiscrezioni di stampa hanno indicato un interessamento da parte dei fondi Apollo Management e Highbridge. Nel frattempo Yapi Kredi, partecipata in Turchia di UniCredit, ha chiuso il 2015 con un utile netto di 1,86 miliardi di lire (629 milioni di dollari), in calo di circa il 10% rispetto all’anno precedente.