Vinitaly, vino più sicuro Contrassegno di Stato
Si lavora sulla tracciabilità per combattere i falsi marchi che ci danneggiano
Nel Paese dove nulla è certo, dove la sicurezza diventa argomento da bar e da barzellette, almeno in materia di vino si parla con serietà. Sicurezza, tracciabilità e marketing. La tutela del vino Made in Italy passa attraverso l’applicazione del contrassegno di Stato sul collo di ogni bottiglia. Uno strumento di sicurezza, vera e propria centrale informativa, accessibile anche attraverso pc e app per smartphone, utile tanto al produttore quanto al consumatore. Di questo e molto altro si è parlato oggi a Vinitaly, presso lo stand del Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali. La denominazione d’origine controllata (Doc), pur non essendo obbligatoria per legge - a differenza di quanto previsto per il Docg - ha registrato un considerevole incremento nell’ultimo triennio: dai 540 milioni di bottiglie registrate nel 2014 dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ai 650 milioni del 2016. Si viaggia con un incremento del 10% annuo, anche in previsione del 2017.
Questo avanzato modello messo a punto da Ipzs è in grado di abbinare caratteristiche di sicurezza «fisica» del prodotto ad un codice alfanumerico «logico» all’interno di un processo informatico. In questo modo è possibile garantire la tracciatura del singolo contrassegno, dalla produzione fino alla consegna. Per Nicola Bottura di Siquria, il contrassegno rappresenta una grande opportunità di sviluppo per tutto il comparto vitivinicolo: «Dal 2008 al 2011 - ha sottolineato - grazie all’applicazione di questa Carta Valori la produzione di Amarone è balzata da 8,5 milioni a 12,5 milioni di bottiglie».
Questo significa che quattro milioni di falsi Amarone sono stati eliminati dal mercato e che - spiega Roman Pota di Validus - «Il consumatore ben comprende il significato di acquistare vino di qualità». Per Claudio Salaris di Valoritalia la vera sfida è «identificare, nella raccolta e nell’aggregazione dei dati, un soggetto terzo a tutela della fede pubblica e dalla salvaguardia del Made in Italy».
«L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - conclude Maurizio Quatrociocchi, Responsabile Sviluppo di Ipzs - lavora su 10 miliardi di produzioni tracciate e garantite e mette a disposizione il proprio sistema informativo per integrare tutti i dati relativi all’autenticità del prodotto, agli organismi di controllo sulla certificazione e al consorzio per le caratteristiche del prodotto».