«Kapeleti» e «Parmezali» i falsi alimenti dall'estero
Dai Kapeleti e Mortadela sloveni al Parmezali rumeno; dalla Milaneza pasta portoghese, fino al «Carpaccio formaggio» olandese. Sono particolarmente fantasiose le imitazioni dei prodotti italiani che tolgono spazio al vero Made in Italy. È quanto emerge dal Dossier Coldiretti che ha collaborato alla «task force» dei carabinieri dei Nas all'estero per verificare «Cosa mangiano di italiano in Europa».
Il lavoro è stato presentato nel corso della mobilitazione a difesa del Made in Italy al Paladozza di Bologna. Secondo i dati emersi dal primo progetto del Comando carabinieri Tutela della Salute (Nas) nato per combattere gli inganni nei confronti dei consumatori europei, due prodotti tricolori su tre venduti nei supermercati all'estero sono risultati non avere niente a che fare con la realtà produttiva italiana. Il progetto è stato realizzato attraverso verifiche nei supermercati delle capitali dei principali paesi europei: da Londra a Berlino, da Bruxelles a Budapest, da Bucarest a Lubiana.
Un fenomeno assolutamente trasversale e talmente radicato - denuncia Coldiretti - dove non ci si preoccupa ormai neppure di mantenere la fedeltà al nome originale della specialità Made in Italy copiata. Così gli spaghetti perdono consonanti o cambiano vocali a seconda del paese «imitatore». Tra i termini più usati dal Made in Italy «taroccato» c'è anche «maccheroni», anch'esso variamente storpiato, per di più con l'aggravante di assomigliare al termine con cui gli italiani venivano indicati in senso dispregiativo.
Altrettanto diffuso - ha rilevato l'associazione - è il fenomeno delle contraffazioni del nostro Prosecco, divenuto a tal punto star dei mercati internazionali da trovare una folta schiera di imitatori che ne mettono a rischio l'ascesa. Ma le storpiature la fanno da padrone un po' per tutti i prodotti.