Festival, Garattini e la sfida di un nuovo modello sanitario
Silvio Garattini, una delle figure eminenti per la ricerca e la medicina in Italia, è stato il protagonista al Teatro Sociale della prima serata del Festival dell'economia.
Garattini, come si legge nel comunicato del Festival, ha raccontato la nascita dell’Istituto Mario Negri, un sogno realizzato dopo la sua esperienza giovanile negli Stati Uniti, anche attraverso la sfida alla burocrazia e alle invide del mondo Accademico, per poi toccare diverse tematiche inerenti al sistema sanitario del nostro Paese. Un sistema che è chiamato ad affrontare importanti e decisive sfide per il futuro e che solo attraverso una razionalizzazione delle risorse e ad una forte logica di rete sarà in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini.
Guidato dalle domande del medico e giornalista Roberto Satolli con la chiarezza e l’incisività che lo contraddistinguono da sempre Silvio Garattini ha evidenziato il ruolo della Fondazione che si fonde con le origini all’Istituto Mario Negri da sempre no profit e pronta a rinunciare ad ogni tipo di brevetto. Una scelta che oggi appare sempre più anacronistica e lontana dalla direzione che ha preso il mondo della ricerca legata ai colossi della farmaceutica. Silvio Garattini ha ricordato anche la sua esperienza nella commissione di esperti chiamata a mettere ordine nel Prontuario Terapeutico Nazionale dopo lo scandalo Poggiolini del 1992. “Avevo sempre denunciato – ha spiegato Garattini – la presenza di un numero eccessivo di farmaci in Italia e dopo quanto successo siamo riusciti, nel 1996, a riordinare il Prontuario Terapeutico Nazionale riducendo la spesa di oltre 4000 miliardi di lire”.
Per Garattini siamo in presenza di un sistema in cui una grande quantità di farmaci ancor oggi non hanno ragione di essere prescritti e nello stesso tempo siamo davanti a cittadini che non hanno gli strumenti necessari per difendersi e reggere l’impatto dello lobby farmaceutiche. In Italia, secondo Silvio Garattini, c’è poca informazione scientifica di base e lo si è compreso anche nel caso recente delle polemiche legate all’uso dei vaccini: “La vaccinazione – ha sottolineato lo scienziato - è fondamentale ma la massa di informazione ideologica e confusionaria dalla quale siamo bombardati provoca disorientamento in molti. Siamo davanti così ad un disordine che nasce dalla mancanza di informazione corretta”. Da qui l’importanza del ruolo dei ricercatori, il più possibile liberi ed indipendenti, che devono impegnarsi a far comprendere le informazione scientifiche ad un pubblico italiano poco preparato su questo fronte e quindi maggiormente manipolabile.