La corruzione genera anche disuguaglianza
Non sono pochi i casi di corruzione nell’ambito del sistema sanitario in Italia, in particolare per quanto riguarda la violazione del principio di uguaglianza.
Casi in cui un soggetto che ricopre un ruolo istituzionale ne fa un uso improprio al fine di promuovere un’agenda surrettizia, motivata dal guadagno personale. In concreto si tratta di casi in cui si accettano delle tangenti per la scelta mirata di ditte appaltatrici, utilizzando in modo improprio il proprio ruolo di potere istituzionale.
Oppure nel micro contesto quotidiano si tratta dei favoritismi dell’amico medico che ci fa passare avanti nella lista d’attesa dell’ecografia. Inoltre rientrano nella corruzione i casi di conflitti di interessi ovvero di nepotismo o familismo quando nella locazione di posizioni lavorative si favoriscono familiari od amici, soppiantando il sistema di valori del merito o della competenza. Il conflitto di interesse riguarda anche il medico che accetta l’invito ad un evento da parte di una casa farmaceutica. Molti sono i casi nella sanità che non rispettano i codici etici e di condotta.
Non tutte le aziende sanitarie sono dotate di un codice di comportamento, Si tratta di casi problematici che sollevano problemi etici che vanno al di là delle questioni di legalità e relazionati all’idea della disuguaglianza. La corruzione è ingiusta nella misura in cui genera disuguaglianza.
A parlarne oggi nella sezione Confronti (Corruzione ingiustizia e disuguaglianza nel sistema sanitario) sono stati Michele Nicoletti, Presidente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare nel Consiglio d'Europa, Nicoletta Parisi dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e Agnese Morelli dell’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, che sono intervenuti rispettivamente sulle misure anticorruzione applicate a livello europeo, nazionale e locale.Sul piano delle misure anticorruzione a livello europeo Nicoletti ha fatto un rapido excursus storico sulla corruzione in Europa e sulle conquiste etiche e legali a cui si è giunti ai nostri giorni.
“Comunque - ha affermato - si tratta di una scommessa complicata ma che può essere vinta da chiunque”. “La corruzione va dove ci sono i soldi - ha aggiunto - quindi è chiaro che chi ha macro interessi economici come le ditte appaltatrici o micro come interessi personali, ecco che emergono le condizioni per innescare la corruzione, ma ci sono casi di bisogni personali in cui a seguito di una malattia grave si cerca in tutti i modi di trovare la cura e i nemici migliori.
Ad esempio l’Ucraina è uno dei Paesi più corrotti in molti ambiti e quindi anche nella sanità. Qui se i genitori che hanno un figlio malato non accettano di pagare la tangente all’ospedale, vengono tacciati di egoismo. In tali casi invece del sistema dei diritti si afferma quello dei favori. I Paesi in cui c’è un basso tasso di corruzione son quelli in cui Stato e Istituzioni funzionano bene . C’ è un tema di legislazione e un sistema di convenzioni internazionali in cui il nostro Paese sta facendo molto”.
“La corruzione è un fenomeno devastante e la sanità presenta i due principali attrattori per la corruzione: tante risorse e tanti bisogni - ha poi affermato Parisi - e anche l’incompetenza delle istituzioni che indicono una gara di appalto rientra nelle cause che generano corruzione. Attraverso la diffusione dei valori dell’etica e dell’integrità si può favorire una migliore immagine dell’amministrazione sanitaria”.
“In Trentino - ha concluso Morelli - è la prevenzione la principale attività anticorruzione. Questa si esplica principalmente a livello di formazione e non di repressione, con corsi specifici anche per gli operatori sociosanitari. Complessivamente - ha concluso - tutti gli 8.000 dipendenti dell’Azienda sanitaria del Trentino vengono sensibilizzati ad assumere comportamenti corretti. Troppe regole generano un atteggiamento passivo sull’applicazione dell’etica”.