Pil, Bolzano cresce e stacca Trento In otto anni il divario è salito di 10 punti
In otto anni, tra il 2007 e il 2015, l'economia trentina ha perso oltre il 2,4% del Pil, ma soprattutto ha visto la vicina economia sudtirolese crescere, nello stesso periodo, del 7,6%.
E anche nel 2016 il Pil trentino è cresciuto meno rispetto al vicino Alto Adige (la stima di Prometeia parla di un +0,6% contro lo 0,9% italiano e del Sudtirolo), dove la situazione bancaria è molto migliore (ci sono 1 miliardo di sofferenze a fine 2016 contro gli oltre 2,25 miliardi del Trentino) e le imprese investono maggiormente grazie anche alle migliori performance complessive collegate a un export che vale un miliardo di euro in più rispetto ai cugini trentini.
La fotografia, che per il 2016 ha visto dei segnali di timida ripresa dell'economia trentina e che per i prossimi anni indica la possibilità di un miglioramento della situazione, è stata scattata dalla sede trentina della Banca d'Italia.
Nel rapporto, presentato nello storico edificio di piazza Vittoria, è stato fatto il punto su un'economia che il direttore Pier Luigi Ruggiero ha definito «stabile, grazie al fatto che c'è stato un andamento positivo dei servizi che hanno compensato la battuta d'arresto dell'industria» e in cui i punti di forza resta il fatto che «qui c'è occupazione e reddito» più alto che nel resto d'Italia.
E i cui punti di debolezza, in parte in fase di superamento come per le Rurali, sono un sistema bancario appesantito ancora da una quota enorme di sofferenze e crediti deteriorati, l'11% sui prestiti totali le prime, il 20% i secondi, che ha frenato negli ultimi anni sui finanziamenti all'economia, in particolare alle piccole e piccolissime imprese. Una ragione di tale riduzione dei prestiti è legata ai ridotti investimenti delle imprese trentine.
Investimenti fermi, credito basso.
Alla fine del 2016 i prestiti erogati dalle banche al settore produttivo trentino sono stati praticamente identici al 2015 a causa di un calo ancora marcato nelle costruzioni (-6,4%) appena compensato da una sostanziale stabilità nella manifattura e da una modesta crescita nei servizi (0,6%). Se si guarda alle dimensioni delle imprese, i prestiti erogati alle aziende di dimensione maggiore hanno mostrato una graduale ripresa mentre quelli concessi alle piccole imprese hanno continuato a calare in maniera marcata.
La stabilità dei prestiti ha riflesso la debolezza dell'attività di investimento. E questo nonostante il fatto che nell'utimo trimestre del 2016 i tassi di interesse medi sui finanziamenti a breve termine alle imprese sono scesi al 4,4 per cento, mezzo punto percentuale in meno rispetto al corrispondente periodo del 2015.
Rurali sotto quota 50% nei prestiti.
In totale i prestiti complessivi nel 2016 arretrano da 19 miliardi 27 milioni a 19 miliardi e 9 milioni, ma all'interno di questa cifra va detto che aumentano (anche se solo dello 0,8 %) quelli a imprese (12,6 miliardi di euro) e famiglie (5,846 miliardi di euro). Il sistema delle Rurali ha continuato a diminuire gli impieghi (soprattutto verso le imprese, -4,3% a dicembre 2016) a fronte di un incremento registrato dalle altre banche (+3,9%). Ciò ha determinato un recupero delle quote di mercato detenute da quest'ultime (50,1%). La qualità del credito, l'anno scorso, è migliorata sia per le famiglie sia per le imprese.
Il miglioramento è stato marcato anche per le Rurali. Lo stock di prestiti bancari deteriorati si è ridotto (al 20,5% dei prestiti totali, quindi oltre 3,8 miliardi di euro), le sofferenze si sono sostanzialmente stabilizzate (11,3%). Per le sole Rurali l'incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei prestiti è rimasta stabile (23,6%) ma è ancora aumentata la quota delle sole sofferenze (12%).
Famiglie, bene redditi e consumi.
Nel 2016, secondo le stime di Prometeia, è proseguito l'aumento dei consumi delle famiglie trentine. Il reddito disponibile è cresciuto, beneficiando anche dell'incremento delle retribuzioni orarie nette e, soprattutto, delle ore lavorate. Tra il 2012 e il 2015 il reddito disponibile reale delle famiglie torna ad aumentare (0,2%), dopo il calo nel quinquennio precedente. In termini pro capite il reddito disponibile nel 2015 era pari a 20.800 euro a Trento e a 23.700 a Bolzano (17.800 in Italia).