Mobilità volontaria al Sait Accordo con Cisl e Uil
Sait e i sindacati Cisl-Fisascat e Uil-Uiltucs del Trentino hanno sottoscritto un accordo sulla mobilità volontaria.
Lo comunica il presidente di Sait, Renato Dalpalù, precisando quali sono i punti salienti dell’accordo: la definizione di una somma incentivante determinata con un criterio predefinito; la prelazione a favore dei lavoratori in Cigs, che abbiano effettuato specifico percorso formativo aziendale di riqualificazione, per lo svolgimento di particolari attività presso i punti vendita del Consorzio; il versamento della quota aziendale della mutua Cooperazione Salute a favore dei lavoratori in sospensione lavorativa, con intervento della vigente Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, Cassa che ha raccolto il recente avallo da parte del ministero del Lavoro.
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Non c’è invece la firma della Filcams Cgil sull’accordo.
La procedura dovrebbe coinvolgere trenta lavoratori e lavoratrici del consorzio, sia dei punti vendita sia di uffici e magazzino.
Per la Filcams l’incentivo all’esodo, sia per come è stato strutturato sia per la sua consistenza economica «è assolutamente inadeguato».
«I lavoratori che scelgono di lasciare - spiega il sindacato - avranno un incentivo economico calcolato sulla differenza tra paga base di un quarto livello e la Naspi, per un tempo massimo di 18 mesi di permanenza in disoccupazione, quindi fino ad un massimo di circa 7.500 euro. Chi avrà la fortuna di ricollocarsi subito o di mettersi in gioco nei fatti verrà penalizzato».
«Dal nostro punto di vista questo è un disincentivo all’esodo - afferma Roland Caramelle, segretario generale della Filcams trentina -. Immagino che i lavoratori sceglieranno difficilmente di percorrere questa strada. Chi ha già un lavoro non porta a casa quasi nulla, chi ha la voglia di scommettere su una nuova attività, anche in proprio, non avrà le spalle coperte».