Maxi resort «trentino» da 15 milioni Collini & c. ai piedi del Monte Rosa
Si chiamerà Camp Zero, ai piedi del Breithorn, della Roccia Nera, del Polluce e del Castore, a 1.600 metri di altezza.
Ma non sarà un campo base per le scalate del Monte Rosa. Camp Zero, in Valle d'Aosta, sarà un resort di lusso che sta prendendo forma nell'alta quanto aspra e incantevole Val d'Ayas, appena superato Champoluc, direzione St. Jacques, ultimo villaggio walser da dove partono i sentieri che portano alle cime.
Un investimento di 15 milioni di euro dell'ex patron di Fastweb Silvio Scaglia affidato ad una cordata di imprese trentine, non solo dell'edilizia ma anche del legno e del benessere, guidate dalla Collini Lavori. Che, di suo, chiude il 2016 con un balzo degli ordinativi di oltre 100 milioni, il 42% in più: il portafoglio lavori è ora di 347 milioni di euro rispetto ai 245 del 2015.
Collini è stata chiamata a realizzare il progetto Active Luxury Resort, firmato dallo studio Bladidea per conto di Silvio Scaglia e della moglie Monica, che operano attraverso la società Regina delle Alpi srl, controllata dalla lussemburghese Sms Finance sa. Collini ha messo in campo una squadra tutta trentina. Ci sono Ediltione e Misconel , c'è la Grisenti per gli impianti elettrici e la Termodolomiti per quelli idraulici. C'è la Essepi Xxl di Cavedine per i serramenti e per tutta la parte in legno che costituisce una caratteristica chiave della struttura.
E c'è la Starpool di Ziano di Fiemme per il centro benessere. «Un successo del Trentino che lavora in squadra» commenta il presidente dell'Associazione Trentina Edilizia Giulio Misconel .
L'inaugurazione di Camp Zero è prevista all'inizio dell'anno prossimo: un nuovo albergo di lusso, riservato soprattutto a chi sceglie la vacanza all'insegna dello sport e del fitness. Trenta stanze in cemento, legno, vetro, acciaio e muschio. E poi la palestra, la piscina, persino un masso gigante per l'arrampicata nella hall e scalate su ghiaccio lungo le pareti esterne alle camere, quindi gli spazi per lo yoga e la Spa. Camp Zero è in località Villy, appena fuori Champoluc e prossima a Frachey, la piccola frazione da dove partono gli impianti sci che, attraverso il Colle di Bettaforca, collegano la Val d'Ayas alla Valle del Lys e agli impianti di Gressoney.
Qui è all'ordine del giorno il grande progetto di nuova funivia che, attraverso il vallone che scende dal Colle Cime Bianche, collegherebbe la valle di Zermatt al comprensorio sciistico del Monterosa Ski, sfruttando il passaggio del colle del Teodulo.
Si creerebbe, da Zermat a Cervinia, passando per le valle di Ayas, Gressoney fino ad Alagna Valsesia, un comprensorio di 530 km di piste, il terzo carosello sciistico al mondo. Un progetto contestato con forza, tra gli altri, dal premio Strega («Le otto montagne», Einaudi 2016) Paolo Cognetti : «Lo dico con affetto ai miei amici montanari: fermatevi, pensate ai figli» ha scritto domenica su Repubblica .
Per l'imprenditore Scaglia i 110 posti di letto del resort Camp Zero sono comunque un buon affare. Ma lo saranno ancora di più se il mega impianto - 8 chilometri di cavi e 50 milioni di investimento della grande funivia ai piedi del Rosa - diventasse realtà.
La realizzazione di Camp Zero è una delle nuove commesse acquisite da Collini Lavori nel 2016. Ma non è l'unica. La più grande azienda trentina del settore ha vinto anche l'appalto Anas per il nuovo tratto della variante alla strada statale 219 Gubbio-Pian D'Assino, in Umbria, un'opera da 41 milioni, e la strada ad uso pubblico per la Siemens spa.
Ha iniziato i lavori per la circonvallazione di Pieve di Bono e proseguito le grandi opere in cui è impegnata, dal Tunnel di base del Brennero all'autostrada Torino-Milano, dalla Cispadana alla Ferrara-mare nelle cordate guidate da Autobrennero, dai viadotti in Basilicata alle strade in Romania. Da qui il balzo di 102 milioni nei lavori in corso.
I conti 2016 si chiudono in modo meno clamoroso. Il valore della produzione del gruppo scende da 122 a 113 milioni. L'utile netto consolidato è di 645 mila euro.