Fusioni casse rurali, 20 prepensionamenti
E no - per ora - alla fusione tra Trento e Lavis
La fusione fra le Casse Rurali di Trento e Lavis-Mezzocorona-Cembra (l’Adige di ieri)? Non è per ora.
Se ne è parlato come ipotesi perché c’è un continuo pressing di Banca d’Italia e della Bce per l’aggregazione e il rafforzamento patrimoniale delle banche di credito cooperativo in vista della nascita dei gruppi. Ma per ora le Rurali trentine sono impegnate nella prima fase delle fusioni, quella che porterà a luglio le Casse a scendere da 25 a 20 e, probabilmente entro l’anno, a 15.
Nella fase successiva si vedrà. Sul piano occupazionale, la razionalizzazione prodotta dalle fusioni continua a generare esuberi, una ventina nelle aggregazioni in corso, che però sono gestiti come prepensionamenti attraverso il fondo bilaterale Focc.
«Attualmente non esistono progetti in merito ad una prossima fusione tra le Casse Rurali di Lavis, Mezzocorona e Val di Cembra con la Cassa Rurale di Trento» precisa il presidente della Rurale lavisana Ermanno Villotti interpellato dall’Adige. «Peraltro - prosegue - le decisioni su tali argomenti sono di competenza degli organi della società cooperativa come è la Cassa Rurale, cioè cda e assemblea dei soci, che da statuto deliberano nelle forme e nei tempi ritenuti vantaggiosi per l’interesse esclusivo della società».
In effetti ieri sera ne ha parlato il cda della Rurale, per riaffermare però che progetti di fusione non sono sul tavolo. «Fra le due Casse Rurali - sottolinea Villotti - restano in ogni caso confermati da molti anni, ottimi rapporti e relazioni di carattere istituzionale». Poi il presidente della Rurale, il cui nome è stato fatto tra i possibili candidati per il dopo-Fezzi alla presidenza di Federcoop, ci tiene a puntualizzare che «appare decisamente strumentale il collegamento fra questi temi e le prossime elezioni degli organi della Federazione Trentina della Cooperazione che danno luogo ad una lettura fuorviante e lontana dalla verità».
Intanto il 1° luglio prossimo partirà la Rurale unica della Val di Non, che mette insieme quattro casse, mentre Saone si fonderà con Giudicarie Valsabbia Paganella e la Don Guetti confluirà in Alto Garda. «Abbiamo stipulato nuovi accordi sugli esuberi - spiega Domenico Mazzucchi del sindacato Fabi - tutti gestiti con prepensionamenti».