Fondazione Caritro, 2017 record Utile a 14,4 milioni di euro
Il secondo miglior esercizio di sempre. Di certo, il migliore degli ultimi anni.
Il consiglio di gestione della Fondazione Caritro, presieduto da Michele Iori, ha approvato il bilancio 2017, che ora dovrà essere sottoposto all’approvazione del comitato di indirizzo dell’ente, che sarà convocato entro aprile.
Il bilancio, approvato all’unanimità, chiude con ricavi complessivi per 22,8 milioni di euro: erano 18,2 nel 2016 ed erano appena di 400 mila euro nel 2012. Nello stesso lasso di tempo, sono stati ridotti i costi di gestione della Fondazione, passati da 3,17 milioni a 2,77 , è stato incrementato il patrimonio netto (da 377 a 392 milioni : con un valore di mercato superiore ai 500 ) e l’avanzo di gestione è schizzato verso l’alto: sei anni fa, era negativo per 2,84 milioni , nel 2017 ha toccato la punta record di 14,41 milioni .
Iori guida la Fondazione Caritro dal 2014 e, da allora, uno degli obiettivi del consiglio di gestione è stato quello di ottenere un avanzo annuale non inferiore ai 10 milioni di euro, e così è stato. Straordinariamento positivo è risultato il rendimento del patrimonio netto, portato al 5,84% , rispetto al 4,7% del 2016. Questa «valorizzazione» del patrimonio, accanto agli accantonamenti a riserva obbligatoria, è garanzia che l’ente di via Calepina continuerà nell’attività di erogazione (per ricerca, welfare, formazione e cultura) a sostegno del territorio.
A cosa è dovuta la performance del 2017? Viene da osservare che la scelta di operare nella direzione di una progressiva uscita dalle attività immobiliari, in luogo di altri investimenti, stia dando frutto.
Una scelta messa nero su bianco nel piano strategico della Fondazione che prevede una poderosa diversificazione degli investimenti, orientandoli sempre più nell’economia reale, e un riposizionamento del settore immobiliare: la stessa scelta dalla finanziaria Mittel, la partecipata quotata in Borsa.
Al risultato di gestione hanno contribuito, oltre alle minori svalutazioni, le gestioni patrimoniali per 2,85 milioni (erano 643 mila euro nel 2016) e i dividendi delle partecipate che hanno superato quota 11 milioni . Tra questi, i 7,2 milioni garantiti da Cdp-Cassa depositi e prestiti, l’ 1,5 milioni di Dolomiti Energia e pure i 350 mila euro di Isa spa, la finanziaria degli enti ecclesiastici diocesani di cui la Fondazione è il secondo azionista con il 9,25% del capitale (valore 18,8 milioni di euro). È stata anche ceduto l’investimento ( 500 mila euro) in Alphabet, la holding di Google.
Al risultato ha contribuito anche la cessione di alcune partecipazioni ritenute non strategiche ed il fatto che l’ente ha in gestione diretta una trentina di partecipazioni.
Nel patrimonio pesano 21 milioni di immobilizzazioni materiali e immateriali, 233 milioni di immobilizzazioni finanziarie (partecipazioni, obbligazioni) e 106,9 di strumenti finanziari (rispetto ai 71 del 2016): gestioni patrimoniali e altri strumenti (tra cui una polizza vita Ramo 1 da 20 milioni ).
Il consiglio di gestione ha adeguato i valori dei principali fondi in portafoglio: in questo contesto rientra l’ulteriore svalutazione del Fondo Clesio (operazione immobiliare quartiere «Le Albere») per 2 milioni di euro, che si sommano ai 4,8 del 2016, più la svalutazione per 400 mila euro del Fondo Augusto (che pure fa capo a Castello sgr, come il Fondo Clesio).
Il Fondo di stabilizzazione delle erogazioni è stato rafforzato, portando da 11 a 12,6 milioni : vuol dire che, in ogni caso, le erogazioni al territorio sono garantinte per gli anni 2019 e 2020. Inoltre, il risultato straodinario del 2017 permette alla Fondazione Caritro di accantonare 4,6 milioni (erano 600 mila euro nel 2016) di «fondi per le erogazioni nei settori rilevanti». In ballo c’è un progetto specifico, che nel perseguire lo scopo istituzionale di sostegno alla ricerca, al sociale e alla cultura, abbia però un impatto significativo anche per lo sviluppo economico del territorio.