La ripresa spinge l'occupazione Nel primo trimestre 6mila posti in più
L’economia trentina torna a crescere nei primi tre mesi del 2018: dopo i dati della Camera di commercio, la conferma arriva anche dai dati sull’occupazione del primo trimestre. Che vedono un incremento di quasi 6.000 occupati rispetto al primo trimestre del 2017, e un tasso di disoccupazione che scende al 5,8% dal 7,3% dello stesso periodo del 2017.
E anche la Banca d’Italia, che oggi presenta a Trento il rapporto annuale sull’economia provinciale, mette in evidenza che la situazione negli scorsi 12 mesi è migliorata. In particolare, il Pil in provincia è tornato a crescere dopo sei anni di stagnazione, anche se il Sudtirolo fa meglio con un aumento del Pil in 10 anni dal 2007 al 2017 del 12,8%.
In Trentino la ripresa è stata caratterizzata dall’effetto trainante del mercato delle esportazioni.
I dati Istat relativi al primo trimestre 2018 mostrano che l’occupazione è ripartita, anche se restano situazioni di precarietà e bassi salari da risolvere. In particolare tra gennaio e marzo del 2018 gli occupati sono aumentati di circa 6.000 unità, salendo a quota 233.314. Gli uomini occupati in Trentino sono circa 127.000, le donne oltre 106.000. I lavoratori sono aumentati del 2,6%, con un contributo sia dei lavoratori indipendenti (5%) che dei dipendenti (1,9%). Sono l’agricoltura (quasi 4.000 in più) e le costruzioni (+1.500) a rilevare gli aumenti più importanti nell’occupazione. L’industria cresce nel complesso dell’1,9% e i servizi dello 0,5%. I disoccupati sono pari a 14.400, con un calo pari a circa 3.400 unità, di cui 2.700 sono donne. Gli inattivi diminuiscono del 2,8% e scendono sotto quota 100mila unità.
«Questi dati - commenta il presidente della Provincia Ugo Rossi - dimostrano il consolidamento di un trend di crescita dell’occupazione. Certo non dobbiamo abbassare la guardia e continuare ad impegnarci per sostenere e rafforzare la ripresa dell’occupazione». Per il segretario della Cgil del Trentino, Franco Ianeselli la stabilizzazione del mercato del lavoro deve passare da una parte per un maggior rafforzamento dei contratti di lavoro permanenti e dall’altra «da un potenziamento degli strumenti di welfare per sostenere questi lavoratori e di accompagnamento per chi affronta una fase di transizione».
Anche il dato puntuale sull’export del primo trimestre (Istat) evidenzia un aumento del 4,18% (954 milioni di euro contro i 915 milioni del primo trimestre del 2017) trainato da meccanica e meccatronica, dai prodotti chimici, mentre vino e mele sono rimaste stazionarie nelle vendite all’estero.