Gli operatori del gioco legale «Migliaia di posti a rischio»
Centinaia di migliaia di posti di lavoro a rischio, investimenti in fumo e timori per il futuro del settore. È l’allarme lanciato oggi da Sistema Gioco Italia, la filiera del gioco legale italiano, nella prima assemblea dei soci dopo l’approvazione del decreto Dignità che prevede, tra l’altro, anche lo stop alla pubblicità dei giochi con premi in denaro.
Dagli operatori del settore si alza un appello unanime al governo, e in particolare al ministro del Lavoro Luigi Di Maio, promotore e strenuo sostenitore del decreto, per aprire un tavolo di confronto che abbia al centro la riforma del settore, partendo da dieci punti esposti proprio oggi nella sede di Confindustria. «Si sta affrontando un’anomalia, la ludopatia, distruggendo un settore - il monito del presidente degli industriali, Vincenzo Boccia -. Si rischia di depotenziare un settore senza neanche regolamentarlo».
«La decisione del governo è per noi un segnale molto negativo», tuona invece il presidente di Sistema Gioco Italia, Stefano Zapponini, davanti alla platea, dove è seduto anche il sottosegretario del ministero del Lavoro, Claudio Durigon.
«Questa misura, così come gli interventi di Regioni e Comuni sui territori - sottolinea Zapponini - stanno facilitando un ritorno del gioco illegale, molto spesso in mano alla criminalità organizzata e che sfugge a qualsiasi tipo di controllo». Il provvedimento a breve sarà in Gazzetta Ufficiale e, dunque, operativo anche se dalle nuove norme sono esclusi i contratti in essere. L’auspicio, da parte degli operatori, è che si possa provare ad interloquire con l’esecutivo apportando non solo modifiche al documento ma approntando anche il tema della riforma del settore. «Confindustria - le parole di Boccia - si augura che il governo voglia vararla al più presto, tenendo conto dei suggerimenti della categoria tesi a garantire allo stesso tempo certezza del diritto e agibilità a garanzia degli investimenti e dell’occupazione».
Sul tavolo dei relatori si susseguono vicepresidenti e responsabili di ogni settore del gioco legale in Italia, ma anche i rappresentanti delle principali società che operano nel mercato, tra cui anche Sisal. Il coro è unanime: «il provvedimento così com’è nuoce non solo al settore ma a tutto il comparto della comunicazione e del marketing».
«Bisogna essere coerenti - chiosa ancora Boccia -. Non si può autorizzare il gioco e poi costruire regole che lo riducono a elemento marginale. Sistema Gioco Italia non deve vergognarsi del proprio mestiere. Si sta generando un’anomalia culturale, dove invece di essere orgogliosi di essere legali e combattere l’illegalità ci si deve vergognare. Sono dogmi che vanno assolutamente superati».