Ape volontaria, c'è il tesoretto Circa 13 milioni per occupazione
Un budget di 13 milioni di euro costituito anche con il contributo di 7.750 piccole e medie imprese trentine (da 0 a 15 dipendenti), circa 48 mila lavoratori potenzialmente interessati all’impiego di queste risorse: si tratta del Fondo territoriale di solidarietà istituito nell’agosto 2016 sul territorio provinciale e oggi investito di un’ambizione importante e difficile come quella di sostenere economicamente l’attivazione dell’Anticipo finanziario a garanzia pensionistica, meglio noto come Ape volontaria.
Il fondo trentino di solidarietà mira a garantire a tutti gli iscritti in possesso dei requisiti per accedere all’Ape volontaria un contributo per ridurre i costi di attivazione della misura che in sostanza consiste in un prestito - riservato ai lavoratori dipendenti pubblici e privati, ai lavoratori autonomi e agli iscritti alla gestione separata - commisurato e garantito dalla pensione di vecchiaia, erogato dalla banca in quote mensili per 12 mensilità, che il beneficiario otterrà alla maturazione del diritto.
L’Ape è riconosciuto in via sperimentale dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2019. La misura è onerosa per i richiedenti che sono chiamati a restituire il prestito in 240 rate per 20 anni, direttamente trattenute dall’Inps una volta maturato il diritto alla pensione.
«La legge di istituzione dell’Ape volontaria prevede già che possa essere sostenuta sia dalle aziende - spiega Andrea Grosselli , presidente del Fondo di solidarietà - che da fondi di solidarietà. Noi saremmo il primo fondo a porci come parte attiva e dare un sostegno concreto ai lavoratori in questo senso».
L’iter per arrivare alla concretizzazione dell’obiettivo ora è quello di arrivare ad un accordo tra le parti sociali, dove disciplinare e singole misure e procedure. Il testo verrà poi trasmesso per il via libera al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Ministero del Lavoro. «In questo momento stiamo verificando con l’Inps le nostre ipotesi di costi - prosegue Grosselli - in modo da avere un equilibrio finanziario e mandare un accordo solido che dimostri la sostenibilità economica delle nostre intenzioni a Roma».
Le risorse del Fondo derivano da Provincia, imprese e lavoratori, con un contributo dello 0,45% sulla retribuzione mensile che è per due terzi a carico del datore di lavoro (ma qui interviene la Provincia sullo sgravio Irap) e per un terzo a carico del dipendente.
Grosselli indica le direttrici sulle quali sta operando l’istituto: «Stiamo lavorando - spiega il presidente - anche per rendere più semplice ed immediato alle aziende accedere alle disponibilità del Fondo oltre ad erogare dei contributi integrativi per gli operatori stagionali e per i lavoratori cosiddetti “senior” sul sostegno al reddito fornito dall’indennità mensile di disoccupazione. Infine, il terzo punto, è quello di contribuire al finanziamento di programmi formativi di riconversione o riqualificazione professionale».