Visco (Bankitalia): «All'Italia serve riforma complessiva del fisco»
All’Italia serve una riforma complessiva del fisco, che premi lavoro e impresa e che sia attenta agli effetti redistributivi delle tasse. E per recuperare credibilità e mandare i giusti messaggi ai mercati soggetti ancora a una volatilità «inaccettabile», il Paese non deve «compromettere» la traiettoria di riduzione del debito pubblico.
A Trento per il Festival dell’Economia il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco affronta alcuni dei temi al centro dell’agenda politica, dalla messa a punto della flat tax alla gestione del debito oggetto di una nuova, difficile, trattativa con Bruxelles sui conti pubblici.
Il governatore invita prima di tutto a superare interventi frammentati «su singole misure» ma a guardare a un quadro «organico» di riforma, anche sul fronte della tassazione.
L’incertezza delle regole, è il suo ragionamento, penalizza sia la percezione del Paese sia l’attività economica, con le imprese che non sono in grado di programmare gli investimenti. E dà fiato, all’estero, a critiche, non sempre giustificate. Non è vero, dice Visco, che siamo «cicale», basta guardare al «risparmio privato cumulato» nonostante gli anni della crisi. Ma rimane il tallone d’Achille del debito che seppure ancora a livello «sostenibile», attorno al 130% del Pil, crea «volatilità» sui mercati, dove va rifinanziato. E se le ultime aste ancora hanno goduto di tassi contenuti, basta poco per fare impennare lo spread. Bisogna stare attenti, è il monito lanciato anche venerdì alle considerazioni finali in Bankitalia, anche alle parole e a non dare segnali controproducenti, come accaduto con l’approvazione alla Camera di una mozione sui minibot: «Sono sempre debito e non sono la soluzione» taglia corto Visco, ricordando che azioni di questo tipo alimentano una «percezione» che aumenta la «sfiducia». Per guadagnare credibilità bisogna invece avere «la vista lunga» e mettere in campo politiche che guardino «al medio periodo», non solo al tornaconto elettorale.
Un discorso che vale ancor di più in tema di fisco: il sistema al momento è complesso e nemmeno si riesce a capire bene quanto freni l’economia. Un intervento, per Visco, va certamente fatto, e in tempi rapidi, ma deve guardare prima di tutto a «come premiare il lavoro e come favorire l’impresa». Quindi ben vengano ipotesi di riduzione delle tasse ma senza prescindere dalla valutazione degli «effetti redistributivi» degli interventi. Anzichè mettere mano a una «singola imposta» meglio pensare a una riforma «organica», sfruttando le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie che permettono di «disegnare e anche raccogliere in modo diverso» le tasse e fronteggiare il problema dell’evasione con programmi mirati ed efficienti.