Biotecnologie, agrifood e informatica: il Forum presenta la ricetta per il Trentino futuro del 2030
È stata presentata oggi ad Arte Sella la «Carta di Rovereto» con la quale il Forum per la ricerca indica la strada per un nuovo «Trentino 2030».
Secondo il progetto, nel 2030 il Trentino dovrà essere «un territorio innovativo, grazie agli importanti risultati assicurati dalla ricerca scientifica», che dovrà reinterpretare le proprie «vocazioni» e i settori economici tradizionali in un contesto ampio, internazionale e connesso. Per essere tale - è stato detto - «il Trentino dovrà favorire la collaborazione tra le imprese e gli enti di ricerca e richiamare talenti da tutto il mondo. Dovrà offrire infrastrutture eccellenti e garantire un’elevata qualità della vita».
È questa la visione contenuta nella «Carta di Rovereto sull’innovazione», il documento che chiude tre mesi di lavoro del Forum per la ricerca, tracciando le linee di indirizzo per lo sviluppo della ricerca scientifica e l’innovazione in Trentino. Un percorso fortemente voluto dalla Provincia autonoma di Trento, gestito operativamente da Trentino Sviluppo, e che ha visto il Gruppo composto da 15 esperti di fama internazionale impegnato in visite ai centri di ricerca, dibattiti, ascolto del territorio e delle categorie economiche, analisi delle migliori pratiche a livello nazionale ed internazionale.
Soddisfatto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. «Il prezioso lavoro avviato dal Forum per la ricerca - ha sottolineato Fugatti - ci indica come il nostro compito è ora quello di impiegare al massimo dell’efficienza le risorse e far sì che la Provincia non sia un semplice erogatore di sostegni economici ma partner attivo e protagonista a fianco delle imprese e del mondo dell’innovazione».
Achille Spinelli, assessore allo Sviluppo economico, ricerca e lavoro della Provincia autonoma di Trento, nel ringraziare quanti hanno lavorato intensamente in questi mesi, le categorie economiche, le parti sociali, i ricercatori e gli esperti che hanno dato un qualificato contributo, ha sottolineato come «in poco più di due mesi, con perfetto tempismo rispetto ai termini stabiliti, si sia arrivati alla chiusura e alla presentazione del documento finale che conclude questa prima parte di percorso».
L’Assessore Achille Spinelli, ci informa un comunicato stampa della Provincia, «ricordando il metodo di lavoro seguito, ha ribadito come partendo dai punti di forza del sistema trentino della ricerca (centri di ricerca di eccellenza riconosciuti a livello internazionale, oltre 4 mila addetti, un investimento complessivo che tra pubblico e privato che sfiora i 300 milioni di euro con una spesa in R&S (vorrebbe dire: ricerca e sviluppo, ndr) salita negli ultimi dieci anni dall’1% al 1,5% del Pil provinciale, tra i valori più alti d’Italia e d’Europa) e dagli elementi di criticità sui quali invece lavorare (concentrazione degli incentivi su poche grandi aziende, finanziamenti pubblici alla ricerca industriale che rischiano di essere “dopanti” anziché incentivanti, difficoltà a definire valore e impatto della ricerca sul mercato e sul territorio), il percorso del forum abbia permesso» di definire «una visione di Trentino 2030 che si concentrerà su sei traiettorie di ricerca distintive: agricoltura di montagna, qualità e salubrità degli alimenti; biotecnologie per la salute umana e patologie pediatriche; manifattura avanzata; tecnologie di filiera dell’idrogeno; tecnologie a servizio del turismo, digitalizzazione della pubblica amministrazione e Smart Cities».
Spinelli ha infine annunciato la costituzione di un Nucleo consultivo per lo sviluppo e l’innovazione che darà continuità ai lavori del Forum supportando la Giunta nelle decisioni da adottare.
L’evento è stato moderato da Enrico Pagliarini, giornalista di Radio24, e trasmesso in diretta Facebook. Nel talk di presentazione sono intervenuti Emil Abirascid, giornalista ed innovatore, coordinatore scientifico del Forum, e quattro esperti in rappresentanza del 15 componenti il Gruppo di lavoro: Anna Amati, fondatrice di una piattaforma per l’innovazione orientata allo sviluppo economico e al supporto ad aziende e territori, Fabio Arpe, banchiere, consulente finanziario e d’impresa, Mario Calderini, docente al Politecnico di Milano e presidente del Comitato per la Ricerca e l’Innovazione della Provincia di Trento, Alessandro Quattrone, ordinario di patologia molecolare all’Università di Trento e direttore del Centro di Biologia Integrata (CIBIO).
Il documento finale, sottoscritto dai 15 esperti componenti il Gruppo di lavoro, contiene le linee di indirizzo per lo sviluppo della ricerca scientifica e per l’innovazione maturate anche grazie ad un’operazione di ascolto delle categorie economiche trentine e di altri esperti provenienti dal mondo della ricerca e dell’innovazione. Una “visione” dei prossimi dieci anni, verso il Trentino 2030, che punta a essere tecnica, rigorosa, competitiva ma anche “popolare” e con concrete ricadute sulla qualità della vita della popolazione, che di questi processi di innovazione deve essere componente attiva.
Per quanto riguarda i settori strategici di investimento, il Forum ha individuato sette aree, suddivise in quattro tipologie di tecnologie trasversali (abilitanti) e tre filiere specifiche di trasformazione. Le tecnologie trasversali sulle quali scommettere nei prossimi anni sono: la sensoristica, l’Internet delle cose e i big data; i nuovi materiali, la tecnologia per l’industria 4.0 e la meccatronica; cybersecurity e protezione dati; società digitale e sistemi per le Smart Cities. Le aree di trasformazione suggerite come potenzialmente a priorità di incentivo sono invece le tecnologie per la decarbonizzazione, in particolare idrogeno e batterie, le biotecnologie e tecnologie per la salute e la sanità; l’agrifood, le risorse naturali e la bioeconomia.
Benessere e qualità della vita sono il comune denominatore che attraversa trasversalmente i settori e le azioni di indirizzo delle traiettorie di sviluppo tratteggiate dal Forum, che ha anche sottolineato l’esigenza di investire nella valorizzazione del capitale umano, creando nuova imprenditorialità, attraendo imprese, talenti, nuove idee, formando gli imprenditori già attivi, valorizzando il terzo settore, così radicato, autorevole e preparato in Trentino, come volano dell’innovazione sociale, economica, tecnologica in tutte le valli, senza lasciare nessuno indietro.
Dalle valutazioni è quindi scaturita anche l’indicazione di aggiornamento e rimodulazione di alcuni strumenti di sostegno alle imprese previsti dalla Legge 6 del 1999: introdurre incentivi differenziati e differiti su soglie (parametrati alla progressiva crescita delle imprese, alle riconosciute ricadute socio-economico-ambientali) e aprendo l’investimento pubblico da parte della Provincia autonoma di Trento al capitale di rischio delle imprese e iniziative di impresa più innovative, per beneficiare dei risultati positivi (blended finance).
L’accelerazione dell’innovazione - ha concluso il Forum - trova in Trentino una valida piattaforma già consolidata, che può diventare ulteriormente performante attraverso uno snellimento burocratico delle procedure, il potenziamento di infrastrutture abilitanti all’innovazione, quali banda larga, fibra, parchi tecnologici, bandi per il sostegno alle idee imprenditoriali, istituzione di laboratori che connettano centri di ricerca pubblici e impresa privata, progetti di finanza pubblico-privato, garanzie pubbliche al credito d’impresa.
Importante anche un’adeguata attività di comunicazione e promozione, fondamentale per posizionare il Trentino come brand conosciuto ed apprezzato a livello internazionale non solo dal punto di vista della destinazione turistica ma anche sotto il profilo dell’attrattività per investitori, imprenditori, lavoratori, ricercatori e giovani talenti.