Posti di lavoro in Trentino: luglio segna una ripresa dopo 4 mesi di calo, ma il bilancio finora è -19,5%
Luglio mette fine, per ora, dopo quattro mesi di calo (marzo, aprile, maggio e giugno), all'emorragia di assunzioni in Trentino causati dal Covid-19.
La fotografia della domanda di lavoro della provincia di Trento per i primi sette mesi dell'anno riduce le perdite complessive a 16.549 assunzioni in meno (-19,5%). I posti di lavoro persi si riducono di circa 3.000 unità. i saldi lavorativi passano da -11.000 a -8.538 sui primi sette mesi del 2020.
Le 18.288 assunzioni effettuate a luglio certificano per la prima volta, dopo l'affacciarsi della pandemia Covid-19, un dato positivo di crescita. Nel confronto con l'analogo mese dell'anno precedente si registrano 2.609 maggiori assunzioni corrispondenti ad una crescita del 16,6% L'aumento è stato trainato dall'andamento del terziario (+28,9%) nella componente dei pubblici esercizi (+45,6%). «Trova pertanto conferma l'auspicata tenuta dell'occupazione per la stagione estiva in montagna, anche grazie al riposizionamento delle scelte di viaggio di target normalmente vocati ad altre destinazioni turistiche» sottolinea l'Agenzia del lavoro che ha elaborato i dati.
Poiché gli avviamenti nei pubblici esercizi di giugno scontavano ancora il deficit negativo di una rallentata partenza della stagione, la valutazione complessiva delle assunzioni realizzate tra giugno e luglio fornisce la fotografia migliore dell'andamento della prima parte della stagione estiva: per numero, i 15.353 rapporti di lavoro attivati dalle imprese dei settori alberghiero e ristorazione in questi due mesi, risultano del tutto sovrapponibili ai 15.321 del 2019. Le assunzioni sono in crescita anche nei servizi alle imprese e negli altri servizi del terziario. Nel mese di luglio solo il commercio, seppur di poco, segna un lieve calo.
Né il primario né il secondario contribuiscono invece alla ripresa delle assunzioni in luglio. Il calo in agricoltura del 15,6%, si inquadra in una dinamica che nei due mesi precedenti era stata però positiva. La diminuzione del secondario è invece del 13,2%. All'interno del settore soffre in particolare l'industria in senso stretto che attiva 281 minori assunzioni anche a luglio e, dall'inizio dell'anno, registra una caduta percentuale del 26,6% del proprio fabbisogno. Il clima di incertezza legato allo scenario della pandemia si innesta per questo comparto su criticità già evidenziate precedentemente. Più favorevole si presenta invece la dinamica del comparto costruzioni: per il terzo mese consecutivo in confronto all'andamento dello stesso periodo del 2019, il numero dei rapporti di lavoro attivati risulta in crescita.
Sul fronte delle cessazioni il periodo gennaio-luglio somma due effetti di segno contrapposto: se a febbraio e a marzo le cessazioni di lavoro fanno registrare un'impennata, in coerenza con le minori assunzioni dei mesi successivi, da aprile in poi si registra un calo che sull'arco temporale dei sette mesi diventa prevalente. Le cessazioni lavorative registrate nel 2020 rispetto al 2019 sono 8.011 in meno, in calo del 10,9%.
Il dato delle cessazioni lavorative, permette di calcolare i saldi occupazionali. Nei primi sette mesi del 2020 ci sono state 68.383 assunzioni e 65.354 cessazioni. Il saldo è quindi positivo, per 3.029 unità (ma nel 2019 era a quota 11.567).
La perdita di attivazioni di lavoro nei sette mesi dell'anno prevale sempre tra gli italiani (-11.520 assunzioni a fronte di un calo di 5.029 per gli stranieri) ma le maggiori opportunità lavorative registrate a luglio 2020 favoriscono un loro parziale recupero. Aumentano il tempo determinato e il contratto a chiamata (+3.000 assunzioni a luglio). Calano ancora sia la somministrazione (-2.205 assunzioni) sia il tempo indeterminato (-997). A luglio poi scendono ancora le trrasformazioni a tempo indeterminato (-1.311).