I ristoratori trentini chiedono "norme certe e non istantanee"
Decisioni ferme e puntuali. È la richiesta dei ristoratori trentini che, in queste ore di estrema incertezza, faticano a organizzare la loro attività nei prossimi giorni. «Un’impresa non è come una lampadina - spiega il presidente dell’Associazione Marco Fontanari - non è possibile aprire e chiudere in maniera istantanea: ci sono le merci ordinate, i lavoratori, la programmazione. Abbiamo bisogno di certezze altrimenti i danni, già pesanti, saranno incalcolabili».
L’Associazione ristoratori del Trentino chiede a gran voce di fare chiarezza nelle disposizioni relative agli spostamenti ed alle aperture in vista delle festività legate al Natale ed a Capodanno.
Ferma posizione del Presidente Marco Fontanari: «Abbiamo seguito alla lettera ogni disposizione pervenutaci per l’adeguamento dei locali, la formazione del personale e la sanificazione dei nostri ristoranti, abbiamo investito molto e lo abbiamo fatto con senso di responsabilità. In questi giorni stiamo ricevendo annunci e smentite di repentini cambi di direzione per le nuove strette imminenti che andranno a penalizzare ulteriormente le nostre aziende, già molto provate da questo anno difficilissimo. Programmazione degli acquisti, gestione del personale e delle scorte in magazzino sono solo alcuni dei molti problemi che dobbiamo gestire quotidianamente».
Dichiarare un territorio “zona rossa” significa che in quei giorni tutte le Regioni e Province autonome dovranno chiudere negozi, bar e ristoranti, oltre a prevedere il divieto di spostamento per casi non necessari o urgenti. A rimanere aperte saranno le attività essenziali come quelli alimentari, le farmacie i tabacchi, le edicole e le librerie.
In Italia il mese di dicembre per il settore della ristorazione ha un peso in termini economici di circa 8 miliardi di euro e l’impatto sarà molto più esteso, riversandosi a cascata sulla filiera agroalimentare e turistica.
«Al di là della perdita economica, il vero problema sono le tempistiche di introduzione di queste disposizioni - aggiunge Fontanari - non è possibile arrivare ad una settimana dalle festività natalizie senza certezze sulle disposizioni per le aperture/chiusure: non riusciamo ad organizzare il lavoro e i nostri collaboratori. I governi nazionale e provinciale ci dovrebbero fornire certezze, comunicando con tempistiche adeguate le disposizioni che permettano il contenimento dell’epidemia. Le nostre aziende non sono lampadine, non è pensabile chiudere dall’oggi al domani senza arrecare conseguenze pesanti all’attività imprenditoriale. Ci sono moltissime aziende che rischiano di non poter più ripartire e migliaia di lavoratori che si troveranno senza un posto di lavoro».