L'appello dei Maestri di sci del Trentino: "Situazione insostenibile, servono immediati aiuti alla categoria"
I Maestri di sci del Trentino sollecitano nuovamente il Governo ad attuare interventi di ristoro finanziari capaci di aiutare la categoria che ormai da quasi un anno è priva di reddito e ha dovuto rinunciare ai preziosi incassi del periodo natalizio che da soli valgono circa il 50% del movimento economico invernale. Parallelamente sollecitano una decisione circa la riapertura degli impianti, tenendo peraltro conto delle necessarie misure anti-contagio. La doppia richiesta arriva da una categoria professionale il cui stato d’animo oggi oscilla tra la preoccupazione per il difficile momento economico e la delusione per una stagione invernale mai ricca di neve come quest’anno ma di fatto sinora cancellata dalle decisioni governative.
In questo periodo il Collegio dei Maestri di sci ha operato con azioni mirate di sensibilizzazione sia a livello nazionale sia a livello locale anche per fornire al mondo politico-amministrativo un quadro puntuale della reale attività professionale dei Maestri di Sci. “Ci sono pervenute rassicurazioni da parte dell’Assessore Failoni di una particolare attenzione verso la nostra categoria – spiega Mario Panizza, presidente del Collegio dei Maestri di sci del Trentino -. Non abbiamo ancora riscontri economici precisi in quanto la Giunta provinciale sta aspettando decisioni e stanziamenti del Governo nazionale per poi integrare i ristori dovuti, se ritenuto necessario. Nel frattempo anche di recente abbiamo avuto una riunione tecnica con funzionari e l’assessore per delineare compiutamente l’attività dei nostri iscritti (che operano nelle specialità dello sci alpino, snowboard e sci nordico) e delle 54 tra scuole e associazioni esistenti in Trentino”.
Ma come detto l’azione di sensibilizzazione ha avuto come Focus anche Roma. “Come Collegio e Associazione Maestri di sci abbiamo inoltrato al Governo Conte, insieme alla Provincia autonoma, diverse proposte atte a salvaguardare la nostra professione – aggiunge il Presidente del Collegio dei Maestri di sci del Trentino -. Ci siamo dotati di un protocollo anti Covid preciso, mappando tutte le attività del maestro e indicando tutte le misure per prevenire i contagi, abbiamo insistito sul fatto che il nostro lavoro si svolge all’aria aperta ed evidenziato il fatto che il distanziamento interpersonale avviene quasi naturalmente vista la varia attrezzatura utilizzata. Inoltre vista la possibilità data agli atleti considerati di interesse nazionale e internazionale di usufruire degli impianti di risalita in questo periodo abbiamo inoltrato una proposta sempre al governo per ottenere la possibilità poter svolgere lezioni individuali ai nostri ospiti, spiegando tramite dei documenti specifici, la limitata probabilità di infortuni da parte di chi scia accompagnato individualmente dal maestro di sci. Al riguardo siamo ancora in attesa di risposta. Inoltre ci tengo a sottolineare che tutte le proposte inviate al Governo nazionale sono state condivise con alcuni Parlamentari vicini e rappresentanti della nostra categoria, che ringrazio per la collaborazione e disponibilità”.
I Maestri di sci del Trentino hanno cercato invano, di far capire al Governo Conte i danni economici e le ricadute sull’intero settore turistico che tale scelta avrebbe comportato e quindi l’importanza di consentire una ripresa dell’attività, se pur controllata, ma a detta dei vari organismi nazionali la situazione sanitaria emergenziale non permette di prendere in considerazione decisioni diverse da quelle adottate. Al momento per la categoria possono operare solo i maestri di fondo e alcuni allenatori con gli sci club, come da Dpcm del 3 dicembre. “Non ci siamo ancora rassegnati all’idea di non avere la possibilità di lavorare, ma al momento tutte le risposte ottenute dal governo sono state negative - chiarisce Panizza -. A prevalere è stata sinora “la paura” legata al rischio di assembramenti e di spostamenti di massa tuttora considerato troppo elevato vista l’evoluzione della pandemia che sta condizionando l’intero sistema sanitario nazionale. Tutti abbiamo visto immagini di assembramenti nelle grandi città, sicuramente non dovuti all’apertura della montagna, ma in questo momento solo lo Sci a Roma è visto come un potenziale incendio che possa partire e non più controllabile”.
Il Presidente Panizza chiude il suo appello con un atto di grande sensibilità e pragmatismo:”Ci siamo confrontati al nostro interno e abbiamo deciso al momento di non fare particolari proteste pubbliche ma di continuare a lavorare nelle dovute sedi nazionali e provinciali con lo scopo di ottenere ristori adeguati a controbilanciare l’impatto finanziario negativo per il mancato lavoro di quest’anno. E contestualmente giungere alla riapertura delle piste da sci, garantendo a tutti quell’attività fisica che gli esperti giudicano come essenziale per superare anche psicologicamente questi delicato momento sociale”.