I sindacati alla Provincia: “Per uscire dalla crisi è fondamentale rafforzare le politiche industriali”
Per Cgil, Cisl e Uil questo è il momento di innovare il sistema produttivo e attrarre nuove imprese: “Recovery, occasione da non perdere”
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TRENTO. Per Cgil, Cisl e Uil: questo è il momento di rafforzare le politiche industriali per innovare il sistema produttivo e attrarre nuove imprese e chiedono alla giunta Fugatti di adottare non logiche solo ragionieristiche, ma percorrere la strada della selettività.
“Più che modificare i criteri per tagliare i sostegni pubblici alle imprese che investono in ricerca e innovazione, bisogna rafforzare le politiche industriali selettive che vanno in questa direzione. Solo così si pongono le basi per una ripresa duratura della nostra economia”: ne sono convinti i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil che giudicano sbagliata l’idea della Giunta provinciale di ridimensionare i finanziamenti pubblici in ricerca in questo momento. “Sappiamo che il forum della ricerca aveva dato il via libera ad un abbassamento delle aliquote dei contributi provinciali – commentano con amarezza Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Ma si tratta purtroppo di un’era geologica fa: dobbiamo far fronte alla crisi provocata dal Covid e sono in arrivo nuove politiche europee proprio per sostenere le trasformazioni dei sistemi produttivi. In questa fase andrebbero percorse tutte le possibilità non solo per non tagliare le politiche industriali, ma anzi per trovare un coordinamento tra misure europee, statali e provinciali”.
Tra l’altro per Cgil, Cisl e Uil le ultime novità nei rapporti finanziari con lo Stato riducono di molto i possibili problemi di tenuta dei conti pubblici per Piazza Dante. “Abbiamo appreso con un certo stupore che la Provincia ha un avanzo tra i 200 e i 250 milioni di euro. A queste risorse se ne aggiungono 450 milioni di gettito arretrato che Roma dovrebbe riconoscere a Trento. In questa situazione, e nella crisi economica in cui ci troviamo, pensare a fare una politica di riduzione della spesa più produttiva non solo è inutile, ma è controproducente”.
Lo stesso premier Mario Draghi ha detto che è pronto ad uno nuovo scostamento di bilancio per finanziare la ripresa. “Basta, allora, a logiche ragionieristiche, serve il coraggio di fare scelte di investimento che rendano il nostro tessuto più competitivo e in grado di attrarre nuove competenze industriali e, dunque, creare opportunità di sviluppo e innovazione. Piuttosto si ragioni di aumentare la selettività di questi interventi”.
Dunque la richiesta dei sindacati è quella di sospendere ogni revisione dei criteri e attendere che venga definita a livello nazionale tutta la partita del Recovery Plan.
“E’ in quel contesto, se necessario, che andranno riviste le politiche industriali provinciali, cercando comunque di armonizzare quanto c’è sul nostro territorio con le misure che verranno introdotte dal Governo”.
E a tal proposito Cgil Cisl e Uil sollecitano la Giunta provinciale a tenere alta l’attenzione su quanto e come Roma decidere di amministrare il Recovery Fund. “Quelle sono risorse dell’Europa che devono arrivare a tutti i territori, Trentino compreso. Invitiamo dunque la Giunta a fare pressione sul Governo nazionale perché venga riconosciuta la quota parte che ci spetta, evitando che gli sgravi statali per l’innovazione delle imprese trentine coperti da risorse europee producano una riduzione del gettito fiscale provinciale. Ci giochiamo una fetta importante delle nostre chance di ripresa economica”, concludono i tre segretari provinciali.