Fusione delle Rurali di Rovereto e Alto Garda: via libera dal primo lugllio
Dopo l'ok di entrambe le assemblee diventerà operativa la decisione che dà un nuovo contributo al rinnovamento del panorama trentino degli istituti di credito
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ROVERETO. L'assemblea della Cassa Rurale Alto Garda ha approvato la fusione con la Cassa Rurale di Rovereto con oltre 3.000 voti favorevoli su 3.111 soci votanti. I contrari sono stati solo 45. Quasi contemporaneamente è arrivato il sì anche dei soci della Rurale roveretana.
Dopo l'autorizzazione della Banca Centrale Europea (l'Adige del 29 aprile), il doppio passaggio di martedì dà il via libera definitivo alla nuova Cassa Rurale Alto Garda Rovereto, che nascerà il prossimo 1° luglio.
Oltre alla parte straordinaria dell'assemblea, dedicata alla fusione, si è svolta la parte ordinaria, dove è stato approvato, con appena 2 voti contrari, il bilancio 2020.
I conti della Rurale Alto Garda, nonostante il difficile anno della pandemia, si chiudono con un utile netto record che sfiora gli 11 milioni di euro, un patrimonio che supera i 203 milioni, un indice di solidità Cet1 cresciuto in un anno di 400 punti base al 22,76%, livello molto elevato tra le banche italiane.
A causa delle restrizioni Covid, l'assemblea, come anche quella di Rovereto, si è svolta con la modalità della votazione per delega al rappresentante designato, il notaio Piero Avella.
Le conseguenze della crisi Covid, sia economiche che di incertezza circa le prospettive, hanno condizionato le principali dinamiche gestionali dell'esercizio.
«Mi riferisco in particolare - spiega il presidente della Rurale Enzo Zampiccoli - alle richieste di moratoria e alle esigenze di liquidità manifestate dalla clientela, che abbiamo integralmente accolto; all'atteggiamento di prudenza che ha indotto la riduzione di investimenti e consumi, incrementato il tasso di risparmio della clientela e influenzato le scelte allocative; alla contabilizzazione di svalutazioni sui prestiti performing, la cui rischiosità potenziale è aumentata a causa del peggioramento del quadro congiunturale; al mutato scenario macroeconomico e agli interventi straordinari di politica monetaria, tra cui l'iniezione di liquidità a supporto del sistema finanziario cui la nostra banca ha fatto ampio ricorso».
Per aiutare la clientela più colpita dalla situazione di crisi, sottolinea il direttore Nicola Polichetti, la Cassa ha concesso 1.400 moratorie sul pagamento dei prestiti, sono state cioè sospese le rate sui mutui per quasi 300 milioni, ha accordato finanziamenti mirati a medio termine per circa 70 milioni di nuova liquidità, ha azzerato le spese di istruttoria e applicato condizioni economiche agevolate. Misure che hanno fortemente contribuito alla crescita dei crediti sani, saliti di oltre 55 milioni nell'esercizio.I volumi amministrati con la clientela, impieghi, raccolta diretta e indiretta, aumentano di 190 milioni e arrivano a fine esercizio a 3,72 miliardi.
In particolare, si registra un considerevole aumento della propensione al risparmio, con la raccolta complessiva che cresce di 150 milioni, in parte accumulati quale liquidità sui conti correnti, in parte maggiore investiti nei prodotti del risparmio gestito.
L'incidenza dei crediti deteriorati lordi sul complesso dei finanziamenti è scesa di 1,5 punti percentuali al 7,67% e al 3,09% se si considerano i volumi al netto delle rettifiche di valore. Nella prospettiva del protrarsi della crisi, la Cassa Rurale ha spesato sul conto economico importanti accantonamenti a copertura del rischio di credito.