I dubbi sul futuro di Tim: preoccupazioni anche in Trentino su posti di lavoro e accesso alla rete nelle aree periferiche
Lunedì una delegazione trentina di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uiltec sarà a Roma a un presidio chiedere l'apertura del tavolo su rete unica riassetto Tim, mercato delle telecomunicazioni
TRENTO. C'è preoccupazione anche a Trento per il futuro di Tim.
Lavoratori e sindacati chiedono certezze sulla rete di telecomunicazioni e garanzie sull'occupazione.
Lunedì una delegazione trentina di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uiltec sarà a Roma per un presidio organizzato dalle sigle nazionali per chiedere l'apertura del tavolo su rete unica riassetto Tim, mercato delle Tlc.
"La centralità dell'accesso alla rete per tutti i cittadini, anche quelli dei territori più periferici è un tema che si pone con urgenza come ha dimostrato la pandemia che ha messo a nudo tutti i ritardi del Paese. Una risposta a questo bisogno non può arrivare dall'ennesimo cambio di proprietà. Al contrario è ora di avviare una riflessione seria sulla rete pubblica", fanno notare in una nota Norma Marighetti Bianca Catapano e Alan Tancredi che seguono il settore in provincia per Slc, Fistel e Uilcom.
Secondo i sindacati dunque la difesa degli attuali livelli occupazionali ed il loro sviluppo non possono passare dal rimanere in attesa di cosa farà il mercato o da un gruppo di lavoro, la politica nella sua più alta rappresentazione ovvero i ministri e il presidente del Consiglio prenda una posizione urgente e chiara che preservi le infrastrutture del Paese e gli occupati del settore.
Ieri l'ad di Tim Luigi Gubitosi si è detto pronto a rimettere le sue deleghe al consiglio di amministrazione Tim di oggi, nell'intento di sbloccare il dossier Kkr.
Gli scenari sono aperti, il consiglio potrebbe confermargli la fiducia così come riassegnare le deleghe.
Oppure, lo prevede lo Statuto, istituire un comitato esecutivo. Il cda parlerà anche di strategie e di gestione.
Da non trascurare però gli altri punti all'ordine del giorno, in particolare il tema delle strategie e dell'andamento del business.
Mentre politica e governo mantengono un'attenzione vigile: "ovviamente siamo molto interessati a preservare la sicurezza del Paese e il buono sviluppo dell'infrastruttura sul Paese", ha risposto ai giornalisti che lo interpellavano il ministro per l'Innovazione tecnologica, Vittorio Colao. Il collegio sindacale e il comitato rischi di Tim hanno trovato uno scostamento di qualche centinaio di milioni di euro a livello di ricavi, in buona parte legato ai risultati deludenti della partnership con Dazn.
C'è chi, come il fronte vicino ai francesi di Vivendi ritiene che lo scostamento debba emergere subito, sotto forma di una nuova (la terza) correzione delle stime, e chi, invece preferirebbe prendere tempo e aspettare la fine dell'esercizio, confidando sul recupero degli scostamenti con una serie di contromisure, tra cui la revisione degli accordi con Dazn, nuovi azioni sui costi e le iniziative del piano che sarà presentato a febbraio.
Emergono anche alcuni ostacoli che il gruppo potrebbe incontrare nelle sue strategie, sia sulla banda larga che nel cloud.
Secondo Reuters l'Italia, messa sotto pressione dalla Ue, potrebbe limitare le gare che gli operatori possono vincere per il lancio della banda larga al 50%; sul fronte invece del Psn la presenza di Sogei nella cordata con Cdp e Leonardo, secondo fonti finanziarie potrebbe presentare qualche problema essendo un soggetto pubblico già attivo nel cloud e in quanto tale avvantaggiato nelle gare. Intanto in Borsa il titolo va in altalena e chiude in calo del 2,66% a quota 0,48 euro dopo aver superato in mattinata 0,505 euro offerti da Kkr. Gli scambi restano intensi ma lontani dal picco di 1,7 miliardi toccato lunedì con oltre 884 milioni di azioni ordinarie passate di mano oggi. Domani sarà comunque una giornata cruciale.
"E' urgente - scrive Gubitosi - nominare i consulenti finanziari e approvare la immediata concessione di un periodo di tempo ragionevole per effettuare una limitata due diligence su documenti ed informazioni accettabili per il Consiglio. Tecnicamente potremmo essere pronti a una data room in 48/72 ore".
E nella sua lunga lettera strizza l'occhio ai consiglieri indipendenti: "hanno un ruolo fondamentale in quanto il Consiglio, a tempo debito, dovrà sulla base del lavoro degli amministratori indipendenti, emettere un comunicato che conterrà una valutazione degli effetti che l'eventuale successo dell'offerta potrà avere sugli interessi della società, sull'occupazione e sulla localizzazione dei siti produttivi".
In altre parole, "il Consiglio deve agire nell'interesse di tutti i Soci e a tutela del mercato, e cioè anche degli azionisti di minoranza, e di tutti gli stakeholders" rimandando al mittente le accuse di essere il primo motore dell'operazione, "fuori luogo e false" che soprattutto "non devono essere utilizzate strumentalmente per rallentare il processo di esame della indicazione di interesse, tentativo dal quale mi dissocio in modo netto".
Così nasce il passo indietro di Gubitosi: "Il nostro dovere è quello di tutelare gli interessi di tutti i nostri stakeholders, in particolare il mercato, di non privilegiare posizioni individuali e di agire nel rispetto rigoroso delle regole con rapidità per tutelare la stabilità della nostra società".
Trapela poi qualche indiscrezione sulla proposta di Kkr che prevedrebbe lo scorporo della rete per offrirla `a termine` a CDP dopo qualche anno, a processo completato.
"Questa ipotesi ci sembra più credibile rispetto a indiscrezioni che ipotizzano un intervento sulla rete ex-ante (separazione prima dell'OPA) o un`accelerazione sul progetto rete unica.
Kkr infatti manterrebbe la piena esposizione all`asset infrastrutturale, il focus primario del fondo, garantendo gli investimenti necessari nei prossimi anni e poi offrendo un percorso che punta alla rete unica, con tempistiche coerenti con il complesso esame del regolatore europeo" commentano gli analisti di Equita.