Ditte pronte ad assumere, ma mancano i lavoratori: per il 38% dei posti si fatica a trovare il personale
Il problema tocca soprattutto le professioni tecniche specializzate, gli operai, gli autisti e gli addetti alla ristorazione. Più facile trovare personale addetto alle pulizie e impiegati
TRENTO. Diplomato o laureato in materie tecniche, ma anche appena uscito da una scuola professionale, con competenze solide. Di sicuro capace di usare un computer. Questo l'identikit di chi cercano le imprese trentine. Che però fanno sempre più fatica a trovare la manodopera. Con una certezza: non sono le grandi aziende quelle che assumono di più.
In Trentino sono le imprese piccole e medie (sotto i 75 addetti, per la precisione) che sarebbero pronte a garantire uno stipendio, anche ai giovani. A patto di trovarli: il 73% delle imprese è pronta ad assumere - nel 2021 si prevedeva di accendere 72.290 contratti - ma il 38% di loro ha difficoltà a trovare personale.
È questo che emerge dall'indagine Excelsior elaborato da Unioncamere e Anpal, che evidenzia anche un dettaglio che, vista la situazione, ha del paradossale: restano poche le imprese che investono in formazione del personale e anche in "scouting" dei giovani: solo il 13% delle imprese accolgono tirocinanti.
Si assume.
Fin qui le buone notizie. L'anno scorso le imprese trentine hanno avuto una propensione maggiore ad assumere: si sono cercati 72.290 lavoratori (per dare un'idea, nel 2019 erano 68.520). Significa che il 73% delle aziende era pronto ad accogliere nuovi collaboratori. Solo che il 37,9% degli imprenditori dichiarano di far fatica a trovare le figure necessarie. Il problema tocca soprattutto le professioni tecniche specializzate, gli operai, gli autisti e gli addetti alla ristorazione. Più facile trovare personale addetto alle pulizie e impiegati.
«L'indagine conferma quello che i nostri imprenditori ci segnalano da mesi - spiega Giovanni Bort, presidente della Camera di Commercio - ovvero che in generale è sempre più difficile trovare personale qualificato». Serve, osserva il presidente, ripensare i percorsi di formazione: «Ribadisco la centralità dei percorsi di alternanza scuola lavoro, che anche alla luce degli ultimi tragici accadimenti, devono svolgersi in totale sicurezza e nel rispetto delle norme a tutela della salute dei lavoratori».
Chi assume di più.
Sono i servizi a spingere più di tutti gli altri (44.730, il 61,9% del totale), a seguire il commercio (10.510, 14,5%), la logistica ( 5.880, 8,1%), la tecnica e progettazione (6.220, 8,6%). Quanto ai servizi, dinamico è il settore turistico e della ristorazione (30.480). Quanto alle costruzioni, previste 3.260 assunzioni.
Competenze informatiche.
Ormai quasi non ci sono più lavori in cui non servono competenze informatiche. Nel 2021 il possesso di conoscenze digitali base era richiesto per il 56% dei profili ricercati, mentre nel 2019, per dare un'ordine di grandezza, questa percentuale non superava il 17,4%. Significa che non si tratta di competenze richieste solo per posizioni apicali, ma anche per quelle più generiche: un dato di cui il sistema scolastico per primo dovrà tenere conto.
Formazione e stage.
In un mercato in cui il personale non si trova perché mancano candidati ( 23,7%), ma anche per mancanza di competenze adeguate (10,7%), sarebbe utile la formazione in azienda. Eppure le imprese che hanno fatto corsi di formazione per i propri dipendenti sono solo il 30% (peggio va in Italia, ferma al 23%). E quanto alla ricerca di futuri dipendenti, infine, solo il 13% delle imprese accoglie stagisti, e di questi il 9% sono percorsi di tirocinio fatti con le scuole. Nel 2021, sono stati assunti il 16% degli stagisti.