L'accusa dei panificatori trentini: «Sul grano c'è pure chi specula»
Allarme anche per i costi di gestione dei forni, il presidente dell'associazione, Emanuele Bonafini, si appella a Dolomiti Energia: i rincari hanno portato guadagni extra ai soci, i margini ottenuti in questo periodo andrebbero redistribuiti a favore degli utenti
VALSUGANA Costo dell’energia alle stelle, le acciaierie di Borgo si fermano
APSS Caro bollette, salasso extra da 3 milioni
TRENTINO Rincari dell'energia, l'economia è in ginocchio
COMMERCIO La mobilitazione delle imprese anche in Trentino
TRENTO. Senza andare a scomodare Manzoni e i giorni della peste di Milano, la «rivolta del pane» è di nuovo tra noi.
Oltre al caro energia, all'impennata dei prezzi del grano, c'è anche la speculazione tra gli inneschi che rischiano di far incendiare la miccia del malcontento. Ma stavolta, più che la folla e i vari Renzo Tramaglio, sul piede di guerra ci sono gli stessi panificatori.
Travolte dai rincari, assillate dalla concorrenza di prodotti surrogati, alla loro assemblea annuale le oltre ottanta aziende del settore hanno fatto fronte comune per chiedere, ancora una volta, alla politica di intervenire.
Che la situazione sia critica ormai sui giornali lo ripetiamo da settimane: il balzo in alto delle bollette della luce lo vediamo tutti, i rincari della materia prima anche per via del conflitto in quello che viene definito il "granaio d'Europa" arrivano fino al 90 per cento. Ma c'è di più.
E l'hanno detto chiaramente sia il presidente dell'associazione panificatori trentini Emanuele Bonafini che il referente nazionale Roberto Cappello.
Il nuovo nemico da combattere si chiama speculazione.
«Possibile - ha detto Cappello - che il grano appena raccolto lo scorso giugno valesse 24 euro al quintale e che ora sia venduto a 38? Esigiamo che il governo intervenga con controlli a tappeto» contro quelli che evidentemente ne stanno approfittando. «Bisogna agire con la massima urgenza contro tutte le speculazioni finanziarie che in questo momento sono la vera causa del rincaro insostenibile di tutte le materie prime» rincara la dose Bonafini.Forni spenti.
Per chiedere interventi concreti ed immediati i panificatori hanno promosso la campagna «Forni Spenti?» che se inizialmente poteva avere un significato di mobilitazione e sensibilizzazione, ora può rischiare di diventare anche una minaccia concreta.
Oltre all'abbattimento dei costi di energia e carburante i panificatori chiedono di rivedere le politiche agricole sostenendo il potenziamento di produzioni di grano nazionale e spingendo verso coltivazioni autoctone per ridurre la dipendenza dall'estero. Inoltre va promossa subito una politica europea sulle importazioni di grano che garantisca approvvigionamenti per i mesi a venire.
Intanto, però, chi ha il compito di essere garante di un ritorno alla normalità deve farsi avanti.
«Il momento è drammatico - non si è nascosto l'assessore provinciale Roberto Failoni -. Ora prenderemo i primi provvedimenti e ad aprile, dopo l'assestamento di bilancio, avremo le risorse da mettere in campo. Oggi c'è anche il problema del reperimento di personale, che sta riguardando tutte le categorie legate al turismo. Siamo veramente in un momento di particolare difficoltà. Chiameremo attorno ad un tavolo tutti i soggetti interessati e cercheremo le soluzioni adeguate».Extra da spartire.
«Non pretendiamo una soluzione dall'oggi al domani - la replica del presidente dei panificatori Bonafini - ma la situazione è insostenibile. Non si pretendono soldi, ma è sotto gli occhi di tutti che i rincari dell'energia hanno portato guadagni extra ai soci di Dolomiti Energia che hanno incassato più soldi pur non dovendo subire i costi dell'aumento del gas. Credo che i margini ottenuti in questo periodo dall'energia idroelettrica vadano in qualche modo rimessi in circolo a favore di chi ha subìto i rincari».
«Non vogliamo nemmeno pensare che la soluzione sia l'aumento del prezzo del pane - conclude Bonafini - anche se bene o male qualche ritocco ci toccherà farlo».